domenica 22 dicembre 2013

Loss song




Mi sono sentita un lungo smarrita.
Mai ora.
Non ho perso la via
I sensi, l'animo, la Memoria, la ragione, la speranza,
la roba.
Il mio occhio non si offusca.
Il mio sguardo ha cambiato
il taglio.
L'errore è possibile
praticabile
non s'oppone,
invincibile non è.
-
Non ho mai pensato il mio amore mi avrebbe lasciato
Non ho mai pensato che il mio amore mi avrebbe lasciato
Fino a quella mattina, quando è venuto
Si sedette e mi sono seduta accanto
Era, poi i nostri problemi sono iniziati
Oh amore è piacevole e l'amore è prendere in giro
E l'amore è un piacere, quando tutto è nuovo
Ma l'amore cresce e cresce molto più freddo
e svanisce come la rugiada del mattino
C'è una taverna in città 
E c'è il mio amore che va e si siede
Prende una ragazza bruna sulle ginocchia
E le dice quello che mi disse una volta
C'è un merlo che si siede su albero 
Alcuni dicono che è cieco e non può vedere
Alcuni dicono che è cieco e non può vedere
E così è il mio falso amore per me
Vorrei che mio padre non avesse mai fischiato
Vorrei che mia madre non avesse mai cantato
Vorrei che la culla non mi avesse mai scosso
Ah se l'amore fosse morto quando ero giovane!

venerdì 20 dicembre 2013

Dire a chi?


 
“Nella mia breve infanzia non ricordo alcun momento lieve né vera spensieratezza. Tutto pesava gravemente…Prendere tutto tra le braccia. Controllare tutto. Reprimere tutto. Dire a chi? Rimettersi a chi? Con chi condividere l’aria troppo dolce, l’odore funebre delle margherite, l’eco dei treni che già collegavo all’idea di allentamento, di separazione…
Non è la stessa cosa dire che un treno passa o appoggiare i gomiti per ascoltare quel rumore che mi stringe il cuore da sempre.
È per questa ragione forse che i cattivi maestri mi dicevano che ero disordinata. Avrebbero dovuto chiedermi perché quel rumore del treno evocava in me un tale strazio.
Era il loro compito. Avrebbero dovuto farlo. Avrebbero dovuto farmi le vere domande. Questa parte segreta della mia infanzia rimane come un campo di solitudine. Così sciolta.

Non avrò tregua finché questo campo non sarà seminato di tutte quelle parole censurate nella mia infanzia” .
(Francoise Lefèvre, Il Piccolo Principe Cannibale, Franco Muzzio Editore, Padova 1993)
--
Con chi condividere l'aria troppo dolce, l'odore funebre delle margherite?
Non ricordo di treni che mi facciano stringere il cuore...
solo una nostalgia di libertà, di naturalezza.
Cosicché anch'io non avrò tregua!

mercoledì 18 dicembre 2013

Ehh eHh hA! Eehh HA HA.



When Memory is full
Put on the perfect Lid -
This Morning's finest syllable
Presumptuous Evening said
--
Quando la Memoria è piena
Mettici un Coperchio perfetto -
Questa finissima sillaba del Mattino
La disse la presuntuosa Sera

 Saw that the Flake was on it
But plotted with Time to dispute -
"Unchanged" I urged with a candor
That cost me my honest Heart -But "you" - she returned with valor
Sagacious of my mistake
"Have altered - Accept the pillage
For the progress' sake"
--
Vidi che un candido Fiocco era là
Ma m'inventai di disputare col Tempo -
"Immutata" affermai con un candore
Che mi costa l'onestà del Cuore -
Ma "tu" - rispose con ardore
Conscio del mio errore
"Sei cambiata - Accetta il saccheggio
Per la causa del progresso"

Emily Dickinson
   -
   

martedì 17 dicembre 2013

la lezione delle veggenze

il colore della mia pelle è il colore della stanchezza,
del tempo che passa
e che stanchezza...
perché il selvatico, lo spontaneo, l'incolto, non vanno piegati, ma conosciuti.

lunedì 16 dicembre 2013

Collegamenti, a volte funzionano...


Prova a sbagliare fermata ed a chiedere ma per...?
- era 12 km fa.
- Non me ne ero accorta, dove avevo la testa?
- Ai 16 anni! sarà consentito qualche volta?
- e chi lo sa... se è meglio esser saggi o scemi.
--
Propendo per entrambe le possibilità, a seconda dei casi.
Sarà che ho visto molti film dei fratelli Cohen, che ho letto libri e poesie, che ho avuto un figlio ed ho giocato, che danzo, altroché!
Ed ho molto vissuto.
No, dico...
vissuto!

giovedì 12 dicembre 2013

Nefesh

una bella conferenza di Recalcati... me ne interessano pezzi:
"l'abbandono assoluto... quando un grido nessuno l'ascolta,  resta un grido.
Un urlo che risuona nel vuoto.
Se nessuno è in grado di rispondere, la vita si ammala, la vita del corpo si ammala.
La vita diventa viva quando qualcuno risponde e dice: il tuo non è un grido, il tuo è una domanda, mi chiedi di essere vicino a te nella notte..."
L'incontro con la notte - senza troppa angoscia - avviene solo quando qualcuno risponde al grido e ci permette di non precipitare.



Il corpo umano è una domanda di presenza presente dell'altro - se tu parli è la luce..
la vita umana si nutre di parole e la parola che conta di più è la parola dell'ascolto...il desiderio umano è di essere nutriti da un altro desiderio - di parole, di altra presenza.

mercoledì 11 dicembre 2013

T'ingombrano, ma se ti metti le scarpe giuste...



Tu sei come una terra
che nessuno ha mai detto.
Tu non attendi nulla
se non la parola
che sgorgherà dal fondo
come un frutto tra i rami.
C'è un vento che ti giunge:
cose secche e rimorte
t'ingombrano e vanno nel vento.
Membra e parole antiche.
Tu tremi nell'estate.
Cesare Pavese

martedì 10 dicembre 2013

Orvietana

La  mia bisnonna Filomena era originaria di Orvieto. Io la ricordo canuta, silenziosa - aveva avuto un ictus e non parlava più - seduta in poltrona. Un sorriso dolce. Era vecchia vecchia.
Stamattina io mi sento così: vecchia.
Devo dire che ho molto lavorato alla mia vecchiaia e che comincio ad apprezzare i risultati.
 

"Le cose del passato vengono sole;
il soffio delle cose senza nome,
senza vita, senza ombra.
Sorgono dagli sterpi
del tempo, dal velluto
delle cose marcite,
escono da una scorza
nuda e incavata: e volano
le libellule, intorno.
Le tristezze d'un tempo,
d'una vita lontana,
le conosco. Non tutte.
Alcune le ho scordate.
Ho freddo..."
Tudor Arghezi

lunedì 9 dicembre 2013

l'organo del pensiero - il respiro



Da Maniera nera, inedito. Marco Giovenale

Cammina / ha
specchio alto avanti:
ci vede sé (se) non vede
dove corre scorre preso / il
disequilibrio
lo tiene

sabato 7 dicembre 2013

Diaframma dicevano i greci

Cosa credi che io ami la tua anima?
Amo il tuo corpo, i tuoi fianchi, i piedi, le mani, i seni, l'angolo della bocca, gli occhi, i capelli.
Il nome, poi,  l'anima poi: sono il corpo appena giace nella tomba.

venerdì 6 dicembre 2013

Zitella, sola!




Ritornano temi già trattati, ma mi pare di capire sia sempre così.
Vado nella vita con quello sguardo del vestito nero nel labirinto, per non perdermi.
Sono le ore, ovvero ciò che si diventa, che si avviene: Signore sono morta!



always the years between us, always the years, always the love, always the hours.

mercoledì 4 dicembre 2013

Che farò senza Euridice?



Bastano 3  minuti  circa del filmato e poi io andrei a quest'altro che guarderei tutto



Siamo donne e uomini e ragni, e nuvole, e acqua che corre,
spiga, mandala, natura
e incedere ordinato,
e compostezza,
e, grazia all'unisono
e morte.
--
alla fine del film Saramago dice: Pilar, encontramos nuestro sitio.
Ce l'abbiamo un luogo per quando non ci saremo e vorremo incontrarci?
E vorremo incontrarci?
E sennò l'abbiamo preparato per tempo un addio, come si conviene?
Mi hai messo un battito nel cuore: era il tuo ed era anche il mio.
Ti guardo e mi viene da ridere...
sento la tua voce e mi viene da ridere...
--
e c'ha ragione Philip Roth:
“L’unica ossessione che vogliono tutti: «l’amore». Cosa crede, la gente, che basti innamorarsi per sentirsi completi? La platonica unione delle anime? Io la penso diversamente. Io credo che tu sia completo prima di cominciare. E l’amore ti spezza. Tu sei intero, e poi ti apri in due.””

lunedì 2 dicembre 2013

sabato 9 novembre 2013

Santa notte dei desideri

Grazie fra.
Notte fra.
Sono qui - in questo cielo d'autunno, né troppo freddo né troppo caldo.
Davanti alla casa silvestre e posso sentire nettamente le voci di antenati.
Ulivi, e questa casa con il suo muro speciale, con la parola muro scritta in greco dal nonno.
Così forse è più solido.
Da stasera parte la costruzione del muro a secco, basso.
Intanto, non lo so fare. Dovrò imparare.
Imparo sempre da sola. Questo è un vero peccato, perché è bello imparare insieme.
Sotto gli ulivi la terra è d'argilla e camminare sull'argilla è un po' come camminare sugli scogli.
In questo sono brava.
Non so niente del piantare, non so niente dell'aspettare veramente, non so niente di ulivi, di orto, di cicli lunari.
Ma sono quasi pronta.
Dovrei prendere le cose e trasformarle in movimento, in energie e viaggio. Scrive Fossati:
"E non si regala l'intelligenza e la compagnia e non è il caso di aspettare,  mai più."

lunedì 4 novembre 2013

Sul tema della distanza...

su quello della paura, sulle costruzioni impossibili.
Ritorno sui  passi  di questi giorni a toccare tutto quello che è stato aspro.
Un esercizio necessario?
Me lo chiedo perchè quando lo faccio lo so che mi viene la stretta al cuore e a me quella è l'unica cosa che proprio non piace.
Penso di si.
In ogni caso non comincio da questo, ma da 150 desideri da scrivere  - non me ne è venuto in mente neanche uno finora. E' perchè il desiderio tocca gli spigoli; allora non lo si può annunciare.
Il passo, sull'argomento pulsante, si è fatto arduo, che nello stare in bilico tra l'innocenza necessaria a sostenere la fiducia e lo stringere il pugno a mantenere la realtà qualche volta il respiro è mancato.
D'altronde mi chiedo perchè fare ancora una volta lo sguado visionario, ce l'ho tutta questa forza?
Mi rispondo così: "Essere del tutto scemo mentre la primavera è nell'aria" (...) "perchè io credo che la vita non sia un paragrafo e la morte non è una parentesi" - E.E.Cummings.
E' che a voler essere precisi non è una forza è una necessità..
Non voglio immaginare: "voglio vedere dal vero stavolta dove questo pensiero ci porta".
Vengono cose piccole, desideri piccolipiccoli, e doni da formica.
Non soffierò da sola.

Desideri:
voglio scrivere per qu-re
voglio proprio vedere stavolta...
voglio soffi un vento
voglio sia un viaggio
voglio un passo saldo
voglio registrare cedimenti
voglio allenarmi a cedere
voglio le parole tra noi leggere
voglio desiderare.

mercoledì 9 ottobre 2013

Sto con la lucertola














Questa foto è piena di grazie, di pensieri felici che sono nati in un pomeriggio freddo e scomodo, in cui ci siamo abbracciati. Grazie alla mia amica che mi ha fatto ridere e piangere.
--
Nell’indicarmi la strada mi ha detto: “più leggera, francè, più leggera! Sembri quella fotografa che cerca a tutti i costi l’incontro con ciò che è diverso da lei.”
Diane Arbus...le sue foto sono apparse per incanto sulla mia strada, ed io ho pensato che non c’era niente di più vero.
Eppure, sarebbe facile, per me, scivolare verso la leggerezza, la calda, rassicurante, brillante, sostenibile leggerezza; ma, una mattina di quest’estate ho guardato per la prima volta negli occhi una lucertola e mi sono detta: “stamattina il tempo è lento, sto con la lucertola. Leggo - penso - guardo.”
Cosa mi impedisca di tornare leggera, dato che nulla è compiuto,  è solo lo scatto, l’accelerazione, il nitore di questo confine che sembra un crollo, come di calce bianca dal muro.
Con questa mia esibita diversità sto chiedendo di esistere anche se sbagliata, anche se estranea.
Dovrei chiedere - dalla nuova distanza: “tu, pregato, vorresti dar mano alla casa”?
Vorresti davvero? Con questa nuova, che cerca solitudini ed abbandona la cura? Che vuole lo sguardo?
Perché è bello avere lo sguardo. E non importa cosa questo vada a toccare, anzi importa. Non tocca il bello. Oppure tocca un bello “arravogliato” negli stracci dell’imperfetto, del brutto, del naturale. Un bello caravaggesco e napoletano. Un bello accompagnato dal caduco, dal morente.
Ecco cosa vorrei: traduzione di parole appropriate ed imprecise e.. salvarmi, ma davvero. abbracciarmi, ma davvero. sciogliermi e poi perdermi. dal lato vivo delle cose!

martedì 8 ottobre 2013

Allacciati insieme, tutt'e due!



la traduzione non è perfetta, non conosco il francese, ma il senso penso sia questo...
una volta ho pensato che so tradurre il coraggio, anche la gioia di vivere.
--
Portava un anello per ciascun dito
una montagna di braccialetti ai polsi
e poi cantava con una certa voce
che pure mi acchiappava

Aveva certi occhi certi occhi d'opale
che mi affascinavano, o se mi affascinavano
e poi c'era l'ovale di quel pallido viso
di donna fatale che fatale mi fu.

Ci siamo conosciuti e riconosciuti
ci siamo persi di vista, ci siamo ripersi di vista
e ci siamo ritrovati e poi riattizzati
e poi ci siamo separati

Ciascuno è ripartito per fatti suoi
nel vortice della vita
e poi l'ho rivista una volta di sera trallallalla
e' un ballo famoso

Al suono del banjo l'ho riconosciuta
quel curioso sorriso m'aveva invaghito
la voce fatale sul viso bello e pallido
mi emozionarono più che mai

Mi sono stordito mentre l'ascoltavo
l'alcool fa dimenticare
mi sono svegliato e sentivo
dei baci sulla mia fronte ardente

Ci siamo conosciuti e riconosciuti
ci siamo persi di vista, ci siamo ripersi di vista
e ci siamo ritrovati e poi riattizzati
e poi ci siamo separati

E abbiamo continuato a girare
allacciati insieme
allacciati insieme
ci siamo riattizzati

Ciascuno è ripartito per fatti suoi
nel vortice della vita
E poi l'ho rivista una sera
trallallla
e mi è ricaduta tra le braccia

Quando ci siamo conosciuti
quando ci siamo riconosciuti
perché perdersi di vista,
perdersi ancora di vista?

Allora tutti e due siamo ripartiti
nel vortice della vita
E abbiamo continuato a girare
allacciati insieme
allacciati insieme

lunedì 7 ottobre 2013

Guarda sta ballando!



- mi perdoni?
- posso perdonare ma non posso dimenticare...
- In questo posto abbiamo costruito nuove case (...) e saremo grati alla nostra nuova terra che ci nutre (...) con dolore, con tristezza e con gioia ricorderemo la nostra terra quando racconteremo ai nostri figli storie che cominciano come le fiabe: "c'era una volta un paese."
--
"la strada del nostro cuore è coperta d'ombra bisogna ascoltare le voci che sembrano inutili, bisogna che nei cervelli occupati dalle lunghe tubature delle fogne dalle mura delle scuole dall'asfalto e dalle pratiche assistenziali, entri il ronzio degli insetti. Bisogna riempire gli orecchi e gli occhi di tutti noi con qualcosa che sia all'inizio di un grande sogno, qualcuno deve gridare che  costruiremo le piramidi; non importa se poi non le costruiremo (...) se volete che il mondo vada avanti dobbiamo tenerci per mano ci dobbiamo mescolare i cosiddetti sani e i cosiddetti ammalati. Hei, voi sani! Che cosa significa la vostra salute?"
da Nostalghia di A. Tarkowsy
--
Questa invettiva non la scrivo tutta, la si trova su internet.
E poi devo andare perché c'ho la piramide che mi aspetta.

venerdì 4 ottobre 2013

Gli amori saranno sempre amabili



Non ti affannare che nulla è urgente. L’amore non ha fretta, può aspettare in silenzio, nel fondo dell’armadio, in un fermo-posta, millenni, millenni sospeso…
E chissà, allora, Rio sarà una città sommersa. Verranno i palombari ad esplorare la tua casa, la tua stanza, le tue cose, la tua anima, i tuoi nascondigli.
Saggi, invano, tenteranno di decifrare l’eco delle antiche parole, frammenti di lettere, poemi, bugie, ritratti, vestigia di una incomprensibile civilizzazione.
Non ti affannare, no, che nulla è urgente, gli amori saranno sempre amabili.
Futuri amanti, chissà, si ameranno senza sapere, con l’amore che un giorno ho lasciato per te.
--
non so, quando lui, Chico, sorride il mondo è più bello!

giovedì 3 ottobre 2013

Precisu




mi tocca - imprecisa che non sono altro - rettifica.
Me la devo, che ho giurato di dire tutta le verità.
Non è vero che sono così nostalgica da prendere tutto quello che viene, no. Non tutta la dolcezza.
Solo quella che ha attraversato l'amarezza, quella che ha viaggiato... solo quella riesce a farsi vicina, solo quella sa di buono.
--
Stanotte ho sognato un ragazzo con un libro di Mandrake o giù di lì.
Viene alle spalle, mi giro ha uno sguardo con occhi belli e fissi, gli prendo le mani e lo tengo forte... e lo faccio girare.
Lui sta.
Così ferma lo sguardo e dice: sono contento di aver trovato questo libro è di lì che ho costruito il mio personaggio.
Magico!
Gli chiedo: fammelo leggere.
Non accetta subito, poi: ci tengo molto fai attenzione trattalo con cura.
Lo prendo, lo appoggio su di una mensola.
Tre suoi amici subito provano a nasconderlo.
Vado da loro e dico di riconsegnarlo. poi non lo so più...
--
Precisu in portoghese significa necessario.

mercoledì 2 ottobre 2013

Finchè non abbiamo parlato soltanto con toni

 
Just when it has seemed I couldn’t bear
one more friend waking with a tumor, one more maniac  
with a perfect reason, often a sweetness   
has come and changed nothing in the world  
except the way I stumbled through it,   
for a while lost  in the ignorance of loving  
someone or something, the world shrunk   
to mouth-size, hand-size, and never seeming small.  
I acknowledge there is no sweetness   
that doesn’t leave a stain,
no sweetness that’s ever sufficiently sweet ....
Tonight a friend called to say his lover   
was killed in a car
he was driving. His voice was low
and guttural, he repeated what he needed   
to repeat, and I repeated
the one or two words we have for such grief
until we were speaking only in tones.   
--
Often a sweetness comes   
as if on loan, stays just long enough
to make sense of what it means to be alive,   
then returns to its dark
source. As for me, I don’t care
where it’s been, or what bitter road   
it’s traveled
to come so far, to taste so good.
Stephen Dunn
 --
L'oroscopo - cui naturalmente non credo:-) sentenzia di trascrivere l'ultima parte della poesia, e di portarla con sé: leggera e persistente, come un mantra.
Ora io non avevo davvero bisogno di questo essere stropicciata da te Rob..
perché ne ho nostalgia - così tanto - che mi importerebbe pure dove è stata e quale amare strade abbia percorso!

martedì 1 ottobre 2013

cosa dice cosa dice cosa dice


L’arte di perdere non è una disciplina dura
tante cose sembrano volersi perdere
che la loro perdita non è una sciagura.

Perdi qualcosa ogni giorno. Accetta la tortura
delle chiavi di casa perse, delle ore spese male.
L’arte di perdere non è una disciplina dura.

Esercitati a perdere di più, senza paura:
luoghi, e nomi, e destinazioni di viaggio.
Nessuna di queste perdite sarà mai una sciagura.

Ho perso l’orologio di mia madre. Era
mia ed è svanita – ops! – l’ultima di tre case amate.
L’arte di perdere non è una disciplina dura.

Ho perso due vasti regni, due città amate,
due fiumi, un continente. Mi mancano,
ma non è mica un disastro averle perdute.

Nemmeno perdere te (la figura, la voce allegra
il gesto che amo) mi smentirà. È chiaro, ormai:
l’arte di perdere non è una disciplina dura,
benché possa sembrare (scrivilo!) una sciagura.
E. Bishop
--
per esempio se ti dico che ritorna il nono mese
da Monte Nero a Settembrini le animate solitudini
e sfocato torna a testa bassa un comizio di paese
un lenzuolo sbandierato sono, un popolato nulla, e un po’ ci credo
l’acqua è vecchia e il box nuovo, il viale l’ha ingoiato un rubinetto,
strade nuove sotto i passi, l’abat-jour sul lato inverso
meridiani e paralleli coi respiri che rinascono da scatole
scocciate e poi riaperte -a che vale- chi teneva il numero dei pacchi
stava inerme e niente è nuovo, ma quel rumore morso
lo schianto lento appena sopra l’ombelico
cosa dice cosa dice cosa dice
Ilaria Seclì

domenica 29 settembre 2013

Assenze e perdimenti



"... persona di sentimenti, nell'assenza mi trasformo in creatura di passioni, giacché la mia anima è passionale, e l'assenza è il paese dell'anima."
 Marina Cvetaeva, in "Paese dell'anima".

E 'stato solo dopo la guerra,
con una piccola palla che aveva sofferto.
su una pista di miseria,
erano due, una scoperta
Tra le macerie hanno ballato
con questa piccola pallina che si chiamava ...
Chiamata ...
di nome ...
di nome ...

Non mi ricordo
il nome della palla perduta.
Quello che mi ricordo...
che questi erano gli amanti
che non sembravano aver nulla intorno a loro.
Erano sconsideratamente
mossi dai loro gesti,
Così che importanza
ha il nome della palla perduta?
Non mi ricordo
il nome della palla perduta.
Quello che mi ricordo...
che erano felici
Gli occhi negli occhi.
Ed è stato ...
Ed è stato ...

Hanno bevuto dallo stesso bicchiere,
Ancora senza gli occhi.
Erano le stesse parole,
Per essere sempre, sempre felici.
Tra le macerie si sorrisero
in questa piccola pallina che si chiamava ...
Chiamata ...
di nome ...
di nome ...

E poi quando il fisarmonicista
si è fermato, hanno lasciato.
La notte stava cadendo sulla pista,
le macerie e la mia vita.
Ero diventato molto triste
questa piccola palla che era chiamata,
chiamata ...
di nome ...
di nome ...

Non mi ricordo
il nome della palla perduta.
Quello che mi ricordo
che questi erano gli amanti...
che non sembravano avere nulla intorno a loro.
E c'era come luce,
con loro in strada,
un così grande affare.
Il nome della palla perduta.
Non mi ricordo
il nome della palla perduta.
Quello che ricordo
è che era felice
gli occhi negli occhi.
Ed è stato ...
Ed era.
--
in questi giorni arrivano notizie e cronache personali su quanto fatto "nel paese della cicuta". Umanamente è un dolore sottile quello che mi attraversa, ma con Aminio penso a sabotaggi emotivi...penso anche ad uscire dalla logica della risoluzione: "Semplicemente c'è un paesaggio inoperoso come i calanchi e questo paesaggio adesso ci sembra un luogo in cui raccogliersi e provare qualche attimo di bene"
Franco Arminio - Geografia commossa dell'Italia interna

martedì 17 settembre 2013

Quello che ha potuto il sentimento...




Tornare a diciassett'anni
Dopo aver vissuto un secolo
È come decifrar segni
Senza essere un dotto sapiente.
Tornare ad essere, all'improviso,
Fragile come un istante,
Tornare a sentir tutto dentro
Come un bimbo di fronte a Dio.
Questo è quel che io sento
In questo momento fecondo.

S'aggroviglia, s'aggroviglia
Come l'edera alla parete
E germoglia, germoglia
Come il muschio sulla pietra,
Come il muschio sulla pietra, eh, sì.

Il mio passo è andato indietro,
Mentre il vostro sta andando avanti,
L'arca dell'alleanza
E' entrata nel mio nido
Con tutto il suo arcobaleno
Mi ha passeggiato per le vene,
E financo la dura catena
Con cui ci lega il destino
E' come un diamante fino
Che m'illumina l'anima serena.

S'aggroviglia, s'aggroviglia
Come l'edera alla parete
E germoglia, germoglia
Come il muschio sulla pietra,
Come il muschio sulla pietra, eh, sì.

Quel che può il sentimento
Non lo ha potuto il sapere
Né il cammino più illustre,
Né il più vasto pensiero;
Tutto cambia al momento,
Come un mago accondiscendente
Ci allontana dolcemente
Da rancori e violenze,
Solo l'amore con la sua scienza
Ci rende tanto innocenti.

S'aggroviglia, s'aggroviglia
Come l'edera alla parete
E germoglia, germoglia
Come il muschio sulla pietra,
Come il muschio sulla pietra, eh, sì.

L'amore è un turbinìo
Di purezza originale,
Persino un feroce animale
Sussurra il suo dolce trillo,
Trattiene i pellegrini,
Libera i prigionieri.
L'amore con le sue cure
Il vecchio lo fa tornar bimbo,
E il malvagio, solo l'affetto
Lo cambia in puro e sincero.

S'aggroviglia, s'aggroviglia
Come l'edera alla parete
E germoglia, germoglia
Come il muschio sulla pietra,
Come il muschio sulla pietra, eh, sì.

E come per un incanto
La finestra s'è spalancata,
Entra l'amore col suo manto.
Come un tiepido mattino;
Al suono di bella diana
Fece spuntar il gelsomino,
Volando come un serafino
Il cielo lo ha ingioiellato,
E i miei anni, a diciassette
Li ha fatti tornare un cherubino.

S'aggroviglia, s'aggroviglia
Come l'edera alla parete
E germoglia, germoglia
Come il muschio sulla pietra,
Come il muschio sulla pietra, eh, sì.

mercoledì 11 settembre 2013

e dice per questa volta no

altre cose spiegate 

come pettinare una spiaggia 
come aspettare che passi una guerra 
come lasciarsi fare dall'abbraccio 
(la sopravvivenza che abbraccia la vita 
e dice per questa volta no) 

11.9.09
di Stefano Colangelo 

lunedì 5 agosto 2013

mare aperto o dello svelamento



La prima vez ke te vidi
De tuz ojos me 'namori
D'akel momento te ami
Fin a la tomba te amare.
Aserkate mi kerida
Salvadora de mi vida
Descubrite i avlame
Sekretos de la tu vida.