mercoledì 29 gennaio 2014

Posare e ri-posare

 
Il viaggio di ritorno non è un ritornare ma un arrivare, e accade pure velocemente, perché era naturale fosse così.
Alle elementari, con matematica precisione, ti insegnano a calcolare le misure della velocità - lo spazio, nel tempo in cui lo percorri.
Si danno, nell'arrivare come nel ritornare, sia le categorie del tempo che quelle dello spazio..solo che stavolta succede dentro, è piuttosto un avvenire.
E non è la macchina che ti riporta indietro, non è il paesaggio che reincontri, non è il fermarsi all'autogrill, nè il riprendere la marcia, magari senza il buco allo stomaco.
Ma è spostarsi con leggerezza ed audacia nella propria vita, metterla tra quella degli altri uomini e donne di questa terra, capire che ci sono cose che dipendono da noi ed altre che no, ripensare ai volti familiari, e a dove ti vuoi posare, magari riposare; mentre guardi dall'autostrada il profilo antico di questo paese.

martedì 28 gennaio 2014

Un viaggio atteso

a te, Dacia: Il viaggio assomiglia anche, nel suo scorrere, alla narrazione.
In effetti ogni narrazione attinge a quel nucleo profondo che è il movimento dell'essere umano per raggiungere una terra, una casa, un traguardo.
Il viaggiatore racconta a se stesso prima di tutto e poi agli altri le tappe del suo itinerario.
Ci rimugina sopra, le riunisce e stende come una carta davanti a sé, la carta delle sue esperienze.
Per ritrovare poi, in letti estranei e lontani, la nostalgia del ritorno.
Per ricominciare, ogni volta che una storia è conclusa, con un'altra storia.
La storia del lungo e tortuoso andare verso la morte.
Dacia Maraini - le seduzioni dell'altrove.
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Il tema del viaggio è il tema, forse avrei dovuto fare un'altra vita, un altro mestiere, un'altra ordinata disposizione: con taccuini. L'importante che io senta ancora la spinta a raccontare. Ad andare.
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Taccuino- da vocabolario etimologico
dall'arabo taquim ordinata disposizione (da ebr.  thacham numerare, disporre e tochen somma numero). libretto di note ed istruzioni.
Libretto per note ma in origine calendario, almanacco.

sabato 25 gennaio 2014

Terrestre

solo, m'importa adesso
dissodare, e germinare.
Che vengano gli uccelli
tra le zolle.
ho semi abbondanti
della mia pienezza.

mercoledì 22 gennaio 2014

But when...

Ora, ora, ora.
Ho una stilla di memoria,
potente,
di cui conservo odori,
sensazioni, fotografie
analogiche e digitali.
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but when he came in to the world he was looking for something else (...) surely when Orlando was born it wasn't privilege he sought, but company. Orlando Sally Potter


lunedì 20 gennaio 2014

In inverno...

Se a questo mondo
non ci fosse
il fiore del ciliegio
il cuore in primavera
sarebbe più tranquillo

Ise monogatari

domenica 19 gennaio 2014

Femore interiore

E' il momento delle frasi ripetute per sentito dire,
delle assonanze, dei giochini, degli scherzi, solo che dovrebbe anche fare i compiti...
il padre gli dice:
- domani organizzeremo una festa per i nonni. Qual è il soggetto di questa frase?
Lui:
- Organizzeremo?
- Domani?
- I nonni?
- mamma come si dice: tu sei un aggettivo nel senso... scherzoso,
e io magari lo sono....
così può cominciare il rap:
sostantivo pongo sostantivo pongo
ah ah du du ha puf puf ah aha du du...
Aaaaaghhhhhhh!!!!!!
Corre e cade
- mammaaaaa! mi fa male qui al femore interiore.

venerdì 17 gennaio 2014

Fondare

Sei la mia nostalgia
di saperti inaccessibile
nel momento stesso
in cui ti afferro.
Hikmet

Io sono come quest’uomo, in amore.
Io che sono donna.
Vedere il mondo ad occhi chiusi, so.
Rinunciare a farne un’enciclopedia, so
Fare ora solo soffio di vento leggero:
il mio respiro sul mondo.
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E lei creò il cielo e la terra e gli animali e le cose, e le pietre e l’acqua a sua immagine e somiglianza, con desiderio contrario e personale, con pensiero diverso e personale.
Con in testa la domanda e non le risposte. Forse non in altre e più fonde distanze, ma in questa, c’è il silenzio necessario perché si compia la creazione.
--
fondare, appoggiare, porre ferma speranza.


 

martedì 14 gennaio 2014

Siate cauti con le parole

le parole a volte tagliano.
A noi, smembrati,
possono sembrare carezze
ma senza mani,
sono invece ricordo, o sembianza,
ci costano la perfezione che tutto combacia,
da lontano.
Ci costano il passato remoto.
Con le dita provo a tenerne i lembi
che si può in ogni istante disperdersi
in altezze mai veramente guadagnate.
Con le dita provo a chiedere: <<vero!>>
Ché sono già nel futuro semplice.
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volo come un’aquila ma con le ali di un passero
siate cauti con le parole, anche con quelle miracolose. per le miracolose facciamo del nostro meglio, a volte sciamano come insetti e non lasciano una puntura ma un bacio. possono essere buone come dita. possono essere sicure come la roccia su cui incolli il culo. ma possono essere margherite e ferite. io sono innamorata delle parole. sono colombe che cadono dal tetto. sono sei arance sacre sedute sul mio grembo. sono gli alberi, le gambe dell’estate, e il sole, il suo volto appassionato. ma spesso non mi bastano. ci sono così tante cose che voglio dire, tante storie, immagini, proverbi, ecc. ma le parole non sono abbastanza buone, quelle sbagliate mi baciano. a volte volo come un’aquila ma con le ali di un passero. ma cerco di averne cura e di essere gentile con loro. le parole e le uova devono essere maneggiate con cura. una volta rotte sono cose impossibili da aggiustare.
Anne Sexton

lunedì 13 gennaio 2014

Mare aperto o delle scientifiche verità


stropicciata e disordinata
il mio pettine mi guarda con gli stessi occhi di quello di Mafalda
ove mai  fossi splendente è solo un fenomeno naturale


atassia...
a-taxis - taxis significa ordine,
disordine, alterazione dé principi e delle forze vitali, delle funzioni del sistema nervoso.

elektron/elettricità
voce derivante da una radice che ha il senso di splendente
così fu chiamata  in origine la proprietà che hanno alcuni corpi, tostochè stropicciati, di attirare o respingere altri corpi, poiché l'ambra fregata attrae i corpi a sé leggieri...

sabato 11 gennaio 2014

Scendere tutta

ieri il mio sabotatore di fiducia, mio figlio, mi ha chiesto:
come va mamma?
e quando mai lo fa?
e che è successo?
è successo  che ho le mani ingombre di cose, l'ho sognato anche.
e mentre cercavo di portare tutto
mi cadevano gli oggetti dalle mani
ed io mi innervosivo e pensavo
non arriverò mai.
e mi infilavo in un posto che era previsto fosse un ingresso per dove dovevo andare invece era una piscina, una funicolare e gli oggetti mi cadevano di mano
ed io volevo andare
volevo scendere.
Un tizio mi dice non preoccuparti tra poco si parte...
io immaginavo questo blocco dove mi trovavo, scendere tutto.
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alla fine mi chiedo di chi sono state le felicità, di chi i dolori, di chi i figli
di chi le scritture, il cane, le piante, il giardino, il divano rosso, il dipinto sul muro
di chi i viaggi, di chi i sospiri, di chi i pianti. e...
posso sopportare
solo poche cose
nel duro
nel muto
nel sordo
dello stomaco
oppure
sopportare tutto
china
a seminare
a piantare
dissodare
o ancora
ripulire il campo
dalle erbe selvatiche,
ove mai questo fosse il mio scopo.
no le erbe selvatiche, no!
che sono queste il mio unico vero sabotaggio.
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sabotaggio
dal francese: [sabotage], dal verbo [saboter] sabotare, ma che anticamente significava urtare, da [sabot] zoccoli, usati per rompere e bloccare i macchinari nelle proteste durante la rivoluzione industriale.

(...) gli operai che vissero la rivoluzione industriale calzavano zoccoli; sappiamo che il confronto fra il lavoro autentico ma lento dell'uomo e quello rapidissimo ma alienante e spersonalizzato della macchina divenne subito un conflitto aperto - la via dei diritti del lavoratore.
Fra i licenziati per la nuova efficienza degli apparati meccanici e gli sfruttati e gli oppressi dai padroni, nacque il sabotaggio - l'atto istintivo e disperato di chi cerca uno strumento di difesa addosso a sé, levandosi una scarpa, una scarpa scomoda e rozza ma dura e forte con cui schiantare e bloccare quelle macchine - il cui impiego stava offendendo la dignità umana.

venerdì 10 gennaio 2014

Mare aperto o della libertà

io la so vedere,
in un giardino della campagna inglese,
tra le rose.
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questa è una verità
e vale la pena che sia scritta,
la si può ospitare,
accogliere.
Questa verità è bellezza e
libertà.
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Vedrò la rondine sfiorare l’erba mi getterò sull’argine di un fiume e guarderò i pesci sguisciare tra le canne. Gli aghi di pino mi si stamperanno nel palmo delle mani. La mi aprirò e porterò alla luce tutto quello che ho fatto qui; qualcosa di duro.
Perché qualcosa di duro è cresciuto in me attraverso le estati , gli inverni, sulle scale, nelle stanze da letto. Non voglio come Jinny, essere ammirata. Non voglio che la gente, quando entro io, alzi gli occhi con ammirazione. Voglio donare e voglio che mi si doni, e voglio solitudine in cui svelare i miei possessi (…) Salirò nella mia stanza ed accarezzerò le mie cose, chiuse nel cassettone: le mie conchiglie, le mie uova, le mie erbe strane. Darò da mangiare ai miei colombi e allo scoiattolo (…) così gradualmente rivolterò la cosa dura che mi è cresciuta qui nel fianco.
Le Onde - V. Woolf

mercoledì 8 gennaio 2014

Sputiamo su hegel

“Non riconoscendosi nella cultura maschile, la donna le toglie l’illusione dell’universalità.”
Carla Lonzi

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"È solo per loro: per quante hanno passato la vita studiando e ristudiando, senza mai un cedimento al politicamente corretto e allo spirito sempre incerto dei tempi. Liberamente, hanno amato le donne che sarebbero venute dopo."
nostalgia dell'impossibile

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Sul corpo delle donne passa che - ogni sabato -  oltre ai comitati per la vita troveremo anche loro quelli di no194, la presenza del medico che pratichi l'interruzione di gravidanza non è così garantita...

 "sabato 4-1-2014 , come ogni primo sabato di mese dispari , si è svolge dalle ore 9 alle 18 la nostra 9 ore di preghiera, evento a sostegno della iniziativa referendaria di NO194, diretta all’abrogazione della omonima legge. Iniziativa che, a differenze di tutte le consultazioni analoghe svoltesi nel nostro paese sino ad oggi , ha necessariamente presupposto la creazione di un organismo apposito come il nostro comitato , in assenza dell’apporto di partiti politici, delle loro strutture, dei loro media e della loro imponente disponibilità economica. Ed un’iniziativa che, alla luce del successo raccolto ad oggi ed in linea con la sua capillare diffusione, si è estesa su base regionale, sino a coprire quasi tutto il territorio nazionale , nessuna regione esclusa."

sabato 4 gennaio 2014

Chissà dove, poi.

Quelle volte che cerco di farmi... 
chissà dove.
Di affrontarmi come un moschettiere, cappa e spada,
come un samurai...
tutte le forze, tutti i venti, le parole e gli enigmi,
mi riportano al punto di partenza,
all'amore leggero che mi parla,
sottovoce.
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non resisto!!!!!
chissà con che cosa...
:-)

venerdì 3 gennaio 2014

Lacerti

"A differenza dell’autobiografia, che lavora sui ricordi, sulla loro messa in forma all’interno di una narrazione, di un senso compiuto, la scrittura che vuole spingersi “ai confini del corpo”, in prossimità delle zone più nascoste alla coscienza, si affida a frammenti, schegge di pensiero, emozioni, che compaiono proprio quando si opera una dispersione del senso."
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La scrittura che tenta di portare alla luce il “mare ribollente delle cose non dette” non è, come qualcuno potrebbe pensare, un “genere”, nonostante l’evidente parentela con la diaristica, le lettere, l’autobiografia. Non prevede tecniche né codici particolari. Nel medesimo tempo, si può dire che attraversa tutti i “generi”, producendo dislocazioni, modificazioni del linguaggio, nuove costellazioni di senso.
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Anche gli effetti sono vari e molteplici: non solo estetici, né solo conoscitivi, ma anche formativi e in senso lato terapeutici. Inoltre, restituire alla storia, alla cultura, alla politica, passioni e accadimenti considerati ad esse estranei – l’”altro”, l’impolitico, l’astorico, ecc.- può essere un modo per entrare in una relazione inedita con la società in cui viviamo, indurre senso di responsabilità e desiderio di cambiamento.
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La ricaduta è perciò doppia: sulla storia personale e sulle relazioni sociali. In modo particolare, interessa la scuola, in quanto luogo dove l’organizzazione precoce dell’individuo può essere coattivamente “ripetuta”, o, nel migliore dei casi, “ripresa” per aprirsi a nuove soluzioni.
Ci sono domande, emozioni, vissuti che si affacciano nell’infanzia e che, per non aver trovato risposte o parole per essere detti, sembrano aver fatto naufragio. Sono rimasti, rispetto alla scuola, ai suoi saperi, alle sue norme, il “fuori tema”.
Lea Melandri
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"L'altro, l'impolitico, il fuori tema" sono i miei temi.
Ovvero "ciò che si pone dalla stessa base, soggetto che si propone di trattare, frase musicale all'inizio di una composizione che verrà poi ripresa e sviluppata.
I miei temi sono lacerti, di stomaco, di fegato, tessuto di polmone, di cuore, fibre, roba spugnosa, porosa, che trasuda.
Senza accanimenti, ma anche senza posa.
Sono accompagnamento, sono musicali, sono stanchezza e spinta, sono affidarsi, venire meno e rinvenire.
 
 
 

giovedì 2 gennaio 2014

Vicini vicini...

come solo i danzatori sanno fare.
Non abbiamo parole qualsiasi
ma parole di vento,
a capofitto,
di cioccolata,
di bollicine,
segni gialli su foglio bianco,
danzano come ballerine,
sono quelle coraggiose
ché quando mi vedo senza grazia,
ricordo che leggerezza sia sentire il vostro soffio,
i vostri corpi vicini.
Mi sembra di appartenere ad un piccolo cosmo unico
e quasi mi sento persa lontana da voi.





"S'intende disse Riccio, già correndo con la mano sul cappello...così, povero e scalzo, continuò il viaggio: e per evitare nuovi guai teneva il bacio sempre sotto il cappello...
Ma quel bacio fra i capelli cominciò a fargli pensare pensieri d'amore per Monna Libetta, e sentirne la voce nei ruscelli e nel fruscìo del vento: con ciò camminava e camminava verso il campo di guerra."