sabato 18 giugno 2011

Insomma, l'abbondanza

...fosse pure solo di sguardi, pare funzioni meglio insieme alla leggerezza.
O al budino...e questo dispiace!
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Conosco un tizio che non fa che ammorbidire le cose, uno che tutto quello che vede lo vede morbido, lo ammorbidisce solo con un'occhiata e non con uno sguardo, perché lui più che guardare vede, e allora va in giro a vedere cose e sono tutte morbidissime e lui è felice perché le cose dure non gli piacciono affatto.
Ci fu un'epoca in cui magari vedeva duro, forse perché era ancora capace di guardare, e chi guarda vede due volte, vede quello che sta vedendo e inoltre è quello che sta vedendo o perlomeno potrebbe esserlo o vorrebbe esserlo o non esserlo, tutti modi estremamente filosofici ed esistenziali di situarsi e di situare il mondo. Ma un giorno, intorno ai vent'anni, questo tizio cominciò a non guardare più, perché in realtà aveva la pelle delicatina e le ultime volte che aveva voluto guardare il mondo in faccia, la visione gli aveva tagliato la pelle in due o tre punti, sicché il mio amico disse "accidenti, non è possibile", e una mattina cominciò soltanto a vedere, scrupolosamente a vedere e basta, e com'è ovvio da quel momento tutto quello che vedeva lo vedeva morbido, lo ammorbidiva solo a vederlo, e lui era felice perché le cose dure non gli piacevano affatto.
Un professore di Bahía Blanca definì questa visione "banalizzante", aggettivo molto azzeccato per essere di Bahía Blanca; il mio amico, però, non solo era tutto soddisfatto, ma vedendo il professore lo vide naturalmente morbidissimo, lo invitò a bere un cocktail a casa sua, gli presentò sua sorella e sua zia, e l'incontro si svolse in un clima di grande morbidezza.
Io un po' mi affliggo perché quando il mio amico mi vede sento che divento tutto morbido, e pur sapendo che non si tratta di me ma della mia immagine nel mio amico, come direbbe il professore di Bahía Bianca, mi affliggo lo stesso perché a nessuno fa piacere essere visto come un budino di semola e, di conseguenza, essere invitato al cinema dove danno un film di cow-boy o stare a sentire per un paio d'ore il racconto di quanto sono carini i tappeti dell'ambasciata del Madagascar.

Che cosa fare con il mio amico? Niente, è chiaro. In ogni caso vederlo, ma mai guardarlo; come potremmo, mi domando, guardarlo senza la più terribile minaccia di dissoluzione? Chi vede soltanto, deve essere visto soltanto; morale malinconica e prudente che, temo, va oltre le leggi dell'ottica.
J. Cortazar - Il giro del giorno in ottanta mondi

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