- Mamma, ma Allah si chiama Allà perchè sta là?
--
è mioooooooooo, l'ho fatto iooooooooo!!!!!
sabato 25 giugno 2011
mercoledì 22 giugno 2011
Ci vuole un fisico bestiale!
E' che sono minuta e magari sono imbarcata a forza, che dovevo stare in mare.. libera come un pesce!
Così non mi sembra vero che arrivo fin qui.
Oppure è dove sono sempre stata, solo che me lo dimenticavo!
--
El amor
"Ma basta con queste cose. D'amore non è morto mai nessuno, né per un anello al dito, né per vivere senza marito". E il recitativo che segue "El amor".
Aqui tiene su pañuelo, cioè: "eccole il suo fazzoletto".
Violeta Parra
Così non mi sembra vero che arrivo fin qui.
Oppure è dove sono sempre stata, solo che me lo dimenticavo!
--
El amor
"Ma basta con queste cose. D'amore non è morto mai nessuno, né per un anello al dito, né per vivere senza marito". E il recitativo che segue "El amor".
Aqui tiene su pañuelo, cioè: "eccole il suo fazzoletto".
Violeta Parra
lunedì 20 giugno 2011
Contundente, precisa!
Voglio soffiare come colpo di vento
abbattermi come un'onda
avere tutto il tempo
fino alla fine del mondo.
--
until the end of the world
abbattermi come un'onda
avere tutto il tempo
fino alla fine del mondo.
--
until the end of the world
sabato 18 giugno 2011
Insomma, l'abbondanza
...fosse pure solo di sguardi, pare funzioni meglio insieme alla leggerezza.
O al budino...e questo dispiace!
--
Conosco un tizio che non fa che ammorbidire le cose, uno che tutto quello che vede lo vede morbido, lo ammorbidisce solo con un'occhiata e non con uno sguardo, perché lui più che guardare vede, e allora va in giro a vedere cose e sono tutte morbidissime e lui è felice perché le cose dure non gli piacciono affatto.
Ci fu un'epoca in cui magari vedeva duro, forse perché era ancora capace di guardare, e chi guarda vede due volte, vede quello che sta vedendo e inoltre è quello che sta vedendo o perlomeno potrebbe esserlo o vorrebbe esserlo o non esserlo, tutti modi estremamente filosofici ed esistenziali di situarsi e di situare il mondo. Ma un giorno, intorno ai vent'anni, questo tizio cominciò a non guardare più, perché in realtà aveva la pelle delicatina e le ultime volte che aveva voluto guardare il mondo in faccia, la visione gli aveva tagliato la pelle in due o tre punti, sicché il mio amico disse "accidenti, non è possibile", e una mattina cominciò soltanto a vedere, scrupolosamente a vedere e basta, e com'è ovvio da quel momento tutto quello che vedeva lo vedeva morbido, lo ammorbidiva solo a vederlo, e lui era felice perché le cose dure non gli piacevano affatto.
Un professore di Bahía Blanca definì questa visione "banalizzante", aggettivo molto azzeccato per essere di Bahía Blanca; il mio amico, però, non solo era tutto soddisfatto, ma vedendo il professore lo vide naturalmente morbidissimo, lo invitò a bere un cocktail a casa sua, gli presentò sua sorella e sua zia, e l'incontro si svolse in un clima di grande morbidezza.
Io un po' mi affliggo perché quando il mio amico mi vede sento che divento tutto morbido, e pur sapendo che non si tratta di me ma della mia immagine nel mio amico, come direbbe il professore di Bahía Bianca, mi affliggo lo stesso perché a nessuno fa piacere essere visto come un budino di semola e, di conseguenza, essere invitato al cinema dove danno un film di cow-boy o stare a sentire per un paio d'ore il racconto di quanto sono carini i tappeti dell'ambasciata del Madagascar.
Che cosa fare con il mio amico? Niente, è chiaro. In ogni caso vederlo, ma mai guardarlo; come potremmo, mi domando, guardarlo senza la più terribile minaccia di dissoluzione? Chi vede soltanto, deve essere visto soltanto; morale malinconica e prudente che, temo, va oltre le leggi dell'ottica.
J. Cortazar - Il giro del giorno in ottanta mondi
O al budino...e questo dispiace!
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Conosco un tizio che non fa che ammorbidire le cose, uno che tutto quello che vede lo vede morbido, lo ammorbidisce solo con un'occhiata e non con uno sguardo, perché lui più che guardare vede, e allora va in giro a vedere cose e sono tutte morbidissime e lui è felice perché le cose dure non gli piacciono affatto.
Ci fu un'epoca in cui magari vedeva duro, forse perché era ancora capace di guardare, e chi guarda vede due volte, vede quello che sta vedendo e inoltre è quello che sta vedendo o perlomeno potrebbe esserlo o vorrebbe esserlo o non esserlo, tutti modi estremamente filosofici ed esistenziali di situarsi e di situare il mondo. Ma un giorno, intorno ai vent'anni, questo tizio cominciò a non guardare più, perché in realtà aveva la pelle delicatina e le ultime volte che aveva voluto guardare il mondo in faccia, la visione gli aveva tagliato la pelle in due o tre punti, sicché il mio amico disse "accidenti, non è possibile", e una mattina cominciò soltanto a vedere, scrupolosamente a vedere e basta, e com'è ovvio da quel momento tutto quello che vedeva lo vedeva morbido, lo ammorbidiva solo a vederlo, e lui era felice perché le cose dure non gli piacevano affatto.
Un professore di Bahía Blanca definì questa visione "banalizzante", aggettivo molto azzeccato per essere di Bahía Blanca; il mio amico, però, non solo era tutto soddisfatto, ma vedendo il professore lo vide naturalmente morbidissimo, lo invitò a bere un cocktail a casa sua, gli presentò sua sorella e sua zia, e l'incontro si svolse in un clima di grande morbidezza.
Io un po' mi affliggo perché quando il mio amico mi vede sento che divento tutto morbido, e pur sapendo che non si tratta di me ma della mia immagine nel mio amico, come direbbe il professore di Bahía Bianca, mi affliggo lo stesso perché a nessuno fa piacere essere visto come un budino di semola e, di conseguenza, essere invitato al cinema dove danno un film di cow-boy o stare a sentire per un paio d'ore il racconto di quanto sono carini i tappeti dell'ambasciata del Madagascar.
Che cosa fare con il mio amico? Niente, è chiaro. In ogni caso vederlo, ma mai guardarlo; come potremmo, mi domando, guardarlo senza la più terribile minaccia di dissoluzione? Chi vede soltanto, deve essere visto soltanto; morale malinconica e prudente che, temo, va oltre le leggi dell'ottica.
J. Cortazar - Il giro del giorno in ottanta mondi
venerdì 17 giugno 2011
Forse la signorina Smith...
(dal post di ieri)
dovrebbe alleggerire lo sguardo...onde evitare i disastri dovuti al tanto vigore che induce!
--
Esistono questioni sociali e questioni personali, quanto segue vale in entrambi i casi ma ha diverse implicazioni risposte e responsabilità a seconda che si parli di ruoli, funzioni oppure d'amore, di etica, di voce profonda, di umanità.
--
Sono un bell'albero di ciliege carico carico...e allora????
A volte è disperante sapere di essere tanta frutta!
Ma come si fa a dire all'albero: fanne di meno?
Sono albero, frutto e raccoglitore.
Faccio frutta e me ne curo.
E mi costa una fatica...tutto questo innaffiare, concimare, potare e raccogliere..e trasformare.
Non vengo meno al compito ma vedo. E quel che vedo è una questione di possessi, e di sguardi sbagliati, e le due cose sono legate l'una all'altra.
E' una questione di coraggio, di sapere qual'è il posto assegnato, quello desiderato e che questo non sia d'impedimento all'altro....
L'unica risposta che so dare è non cercare lo sguardo, bastarsi, perdersi veramente, sapere che si può essere colti fugacemente e che vale la pena di moltiplicare alcuni frutti. Che l'arte può aiutare.
--
Spesso vibra per suo gioco
il bendato pargoletto
strali d'oro in umil petto,
stral di ferro in nobil core.
Poi languendo in mezzo al foco
del diverso acceso strale per oggetto
non eguale questo manca,
e quel vien meno.
Spesso vibra per suo gioco
Il bendato pargoletto
strali d'oro in umil petto,
stral di ferro in nobil seno.
strali d'oro in umil petto, stral di ferro in nobil seno
dovrebbe alleggerire lo sguardo...onde evitare i disastri dovuti al tanto vigore che induce!
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Esistono questioni sociali e questioni personali, quanto segue vale in entrambi i casi ma ha diverse implicazioni risposte e responsabilità a seconda che si parli di ruoli, funzioni oppure d'amore, di etica, di voce profonda, di umanità.
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Sono un bell'albero di ciliege carico carico...e allora????
A volte è disperante sapere di essere tanta frutta!
Ma come si fa a dire all'albero: fanne di meno?
Sono albero, frutto e raccoglitore.
Faccio frutta e me ne curo.
E mi costa una fatica...tutto questo innaffiare, concimare, potare e raccogliere..e trasformare.
Non vengo meno al compito ma vedo. E quel che vedo è una questione di possessi, e di sguardi sbagliati, e le due cose sono legate l'una all'altra.
E' una questione di coraggio, di sapere qual'è il posto assegnato, quello desiderato e che questo non sia d'impedimento all'altro....
L'unica risposta che so dare è non cercare lo sguardo, bastarsi, perdersi veramente, sapere che si può essere colti fugacemente e che vale la pena di moltiplicare alcuni frutti. Che l'arte può aiutare.
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Spesso vibra per suo gioco
il bendato pargoletto
strali d'oro in umil petto,
stral di ferro in nobil core.
Poi languendo in mezzo al foco
del diverso acceso strale per oggetto
non eguale questo manca,
e quel vien meno.
Spesso vibra per suo gioco
Il bendato pargoletto
strali d'oro in umil petto,
stral di ferro in nobil seno.
strali d'oro in umil petto, stral di ferro in nobil seno
giovedì 16 giugno 2011
Mare aperto o dell'abbondanza e non ho finito!
segue dal post precedente...
Questo serve a spiegare in parte il bisogno che tanto spesso gli uomini sentono delle donne. E serve a spiegare la misura del loro disagio se colpiti dalla critica femminile; l’impossibilità per la donna di dire questo libro è brutto, questo dipinto manca di personalità, o qualunque altra cosa, senza suscitare molto più dolore e molta più rabbia di un uomo che esprimesse le stesse critiche. Perché se lei comincia a dire la verità, la figura nello specchio si rimpicciolisce; viene diminuita la sua idoneità alla vita. Come potrà continuare a giudicare, civilizzare gli indigeni, emanare leggi, scrivere libri, vestirsi a festa e sproloquiare ai banchetti, se non riesce a vedersi a colazione e a cena almeno il doppio di quanto è realmente?
L’idea dello specchio è di importanza suprema perché potenzia la vitalità, stimola il sistema nervoso. Eliminatela, e gli uomini potrebbero morire, come il drogato privato della cocaina. Ammaliate da quella illusione, pensavo, guardando fuori della finestra, metà delle persone per la strada si affretta al lavoro. Ogni mattina indossano cappotto e cappello sotto i suoi raggi piacevoli. Cominciano la giornata fiduciosi, rinvigoriti, credendosi desiderati al tè della signorina Smith; si dicono mentre entrano nella stanza, io sono superiore a metà delle persone qui, ed è per questo che parlano con quella fiducia in se stessi, quella sicurezza, che hanno avuto conseguenze così profonde sulla vita pubblica e creano note così bizzarre ai margini della mente."
Virginia Woolf - Una stanza tutta per se
Questo serve a spiegare in parte il bisogno che tanto spesso gli uomini sentono delle donne. E serve a spiegare la misura del loro disagio se colpiti dalla critica femminile; l’impossibilità per la donna di dire questo libro è brutto, questo dipinto manca di personalità, o qualunque altra cosa, senza suscitare molto più dolore e molta più rabbia di un uomo che esprimesse le stesse critiche. Perché se lei comincia a dire la verità, la figura nello specchio si rimpicciolisce; viene diminuita la sua idoneità alla vita. Come potrà continuare a giudicare, civilizzare gli indigeni, emanare leggi, scrivere libri, vestirsi a festa e sproloquiare ai banchetti, se non riesce a vedersi a colazione e a cena almeno il doppio di quanto è realmente?
L’idea dello specchio è di importanza suprema perché potenzia la vitalità, stimola il sistema nervoso. Eliminatela, e gli uomini potrebbero morire, come il drogato privato della cocaina. Ammaliate da quella illusione, pensavo, guardando fuori della finestra, metà delle persone per la strada si affretta al lavoro. Ogni mattina indossano cappotto e cappello sotto i suoi raggi piacevoli. Cominciano la giornata fiduciosi, rinvigoriti, credendosi desiderati al tè della signorina Smith; si dicono mentre entrano nella stanza, io sono superiore a metà delle persone qui, ed è per questo che parlano con quella fiducia in se stessi, quella sicurezza, che hanno avuto conseguenze così profonde sulla vita pubblica e creano note così bizzarre ai margini della mente."
Virginia Woolf - Una stanza tutta per se
mercoledì 15 giugno 2011
Mare aperto o dell'abbondanza
Graziosa teoria - è un testo lungo e perciò lo spezzetto - così arriva meglio - a pensierini!
E' una questione di sguardi e di possessi!
--
"Forse quando il professore insisteva un po’ troppo enfaticamente sull’inferiorità delle donne, non si preoccupava tanto della loro inferiorità, bensì della propria superiorità.
La vita per entrambi i sessi (...) è ardua, difficile, una lotta incessante. Richiede forza e coraggio giganteschi. Più di ogni altra cosa, forse, creature dell’illusione quali siamo, richiede fiducia in se stessi.
Senza fiducia in noi stessi siamo come neonati nella culla. E come possiamo generare questa qualità imponderabile, e tuttavia così preziosa, nel modo più veloce? Pensando che altre persone siano a noi inferiori. Credendo di avere qualche superiorità innata - può essere la ricchezza, il rango, un naso dritto, o il ritratto del nonno fatto da Romney (perché non c’è limite ai patetici espedienti dell’immaginazione umana) - rispetto ad altre persone. Di qui l’enorme importanza per un patriarca che deve conquistare, che deve governare, di poter credere che un gran numero di persone, metà razza umana in verità, sia per natura inferiore a lui. Deve essere proprio una delle fonti principali del suo potere." (...)
"Per secoli le donne hanno avuto la funzione di specchi dal potere magico e delizioso di riflettere raddoppiata la figura dell’uomo. Senza questo potere, la terra sarebbe ancora probabilmente palude e giungla. Saremmo ancora a scalfire sagome di cervi su frammenti di ossa di montone e a barattare pietre focaie con pelli di pecora o con altri semplici ornamenti che colpissero il nostro gusto non sofisticato. (...) Qualunque possa essere il loro uso nelle società civilizzate, gli specchi sono indispensabili per ogni azione violenta ed eroica. Ecco perché Napoleone e Mussolini sostengono con tanta veemenza l’inferiorità delle donne; perché se queste non fossero inferiori, gli uomini cesserebbero di ingrandirsi.
Virginia Woolf -Una stanza tutta per sè
E' una questione di sguardi e di possessi!
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"Forse quando il professore insisteva un po’ troppo enfaticamente sull’inferiorità delle donne, non si preoccupava tanto della loro inferiorità, bensì della propria superiorità.
La vita per entrambi i sessi (...) è ardua, difficile, una lotta incessante. Richiede forza e coraggio giganteschi. Più di ogni altra cosa, forse, creature dell’illusione quali siamo, richiede fiducia in se stessi.
Senza fiducia in noi stessi siamo come neonati nella culla. E come possiamo generare questa qualità imponderabile, e tuttavia così preziosa, nel modo più veloce? Pensando che altre persone siano a noi inferiori. Credendo di avere qualche superiorità innata - può essere la ricchezza, il rango, un naso dritto, o il ritratto del nonno fatto da Romney (perché non c’è limite ai patetici espedienti dell’immaginazione umana) - rispetto ad altre persone. Di qui l’enorme importanza per un patriarca che deve conquistare, che deve governare, di poter credere che un gran numero di persone, metà razza umana in verità, sia per natura inferiore a lui. Deve essere proprio una delle fonti principali del suo potere." (...)
"Per secoli le donne hanno avuto la funzione di specchi dal potere magico e delizioso di riflettere raddoppiata la figura dell’uomo. Senza questo potere, la terra sarebbe ancora probabilmente palude e giungla. Saremmo ancora a scalfire sagome di cervi su frammenti di ossa di montone e a barattare pietre focaie con pelli di pecora o con altri semplici ornamenti che colpissero il nostro gusto non sofisticato. (...) Qualunque possa essere il loro uso nelle società civilizzate, gli specchi sono indispensabili per ogni azione violenta ed eroica. Ecco perché Napoleone e Mussolini sostengono con tanta veemenza l’inferiorità delle donne; perché se queste non fossero inferiori, gli uomini cesserebbero di ingrandirsi.
Virginia Woolf -Una stanza tutta per sè
martedì 14 giugno 2011
Mantra
Io parlo all’amore. Lo scortico dall’incrosto
nel sogno e ne faccio musica storta
ne faccio delicato vento che solleva o dondola
e impollina al cuore. Alla scomposta
mente, impollina l’occhio con l’occhio
l’occhio con l’animale e viene il bello
che ci sviva, ci sviva tutti. Di più.
Mariangela Gualtieri
nel sogno e ne faccio musica storta
ne faccio delicato vento che solleva o dondola
e impollina al cuore. Alla scomposta
mente, impollina l’occhio con l’occhio
l’occhio con l’animale e viene il bello
che ci sviva, ci sviva tutti. Di più.
Mariangela Gualtieri
lunedì 13 giugno 2011
Lavorare con lentezza
in nome di nessuna causa ho un padrone
--
E' stato in un momento veramente complicato della mia vita, quello dell'amarezza, che ho avuto tra le mani un bel libro, l'ozio come stile di vita.
Chi mi vedeva leggerlo mi diceva frasi stupide che senza sforzo non commentavo.
Stavo rallentando, stavo pensando... fuori dal motore.
--
c'è chi strappa erbacce, a comando..
non conviene a chi la pensa così:
e che io non faccia mai nulla di utile
e il mio amore per te sia più che sincero
perché nessuno giammai fu così stolto
da non attirarsi con un sorriso il cielo
E. E. Cummings
--
E' stato in un momento veramente complicato della mia vita, quello dell'amarezza, che ho avuto tra le mani un bel libro, l'ozio come stile di vita.
Chi mi vedeva leggerlo mi diceva frasi stupide che senza sforzo non commentavo.
Stavo rallentando, stavo pensando... fuori dal motore.
--
c'è chi strappa erbacce, a comando..
non conviene a chi la pensa così:
e che io non faccia mai nulla di utile
e il mio amore per te sia più che sincero
perché nessuno giammai fu così stolto
da non attirarsi con un sorriso il cielo
E. E. Cummings
sabato 11 giugno 2011
Scene da un matrimonio
- Mami..
- mmhmm?
- i carabinieri in alta uniforme..
- si?
- perchè non si commuovono?
--
- mamma, il nonno che bell'uomo eh!?!
- un pò dialettale però..
- che significa?
- eh, è elegante e parla dialetto...delle volte.
--
- mi ami?
- certo!
- più di Dio?
- no dubt, a mamma!
- mmhmm?
- i carabinieri in alta uniforme..
- si?
- perchè non si commuovono?
--
- mamma, il nonno che bell'uomo eh!?!
- un pò dialettale però..
- che significa?
- eh, è elegante e parla dialetto...delle volte.
--
- mi ami?
- certo!
- più di Dio?
- no dubt, a mamma!
venerdì 10 giugno 2011
A pallone, mmiez'a' via!
perchè sennò finisce che chiede al suo amico mentre giocano a play station: ma la palla me l'hai data per gentilezza o me la dovevi passare?
--
intanto queste me le ha fatte trovare nello studio al mio ritorno:
Voglio un affitto di casa enorme
per qualcosa ti chiamo
per me la tua vita
dispersa
nel profondo del cuor
per vederti negli occhi
mi devo avvicinare molto a te
per sentirti meglio ti devo ascoltare
però
diciamo a tutti che noi siamo innamorati
gli innnamorati
--
per piacere ho un gatto blu, di nome Tobia
è un gran giocherellone gli piacciono i gomitoli di lana
io l'ho conosciuto quando avevo un anno
un gatto blu
--
intanto queste me le ha fatte trovare nello studio al mio ritorno:
Voglio un affitto di casa enorme
per qualcosa ti chiamo
per me la tua vita
dispersa
nel profondo del cuor
per vederti negli occhi
mi devo avvicinare molto a te
per sentirti meglio ti devo ascoltare
però
diciamo a tutti che noi siamo innamorati
gli innnamorati
--
per piacere ho un gatto blu, di nome Tobia
è un gran giocherellone gli piacciono i gomitoli di lana
io l'ho conosciuto quando avevo un anno
un gatto blu
mercoledì 8 giugno 2011
Obladì
obladà
life goes oon...
la la la la life goes on...
--
hummmhummmmhummm
--
hey danzanti,
nessuno tra noi ha talento da prefica
è l'urto
che, vividi, cantiamo
con fiato corto e sudore
--
Chi è che viene nella notte?
Chi viene nell’ombra?
Chi viene nella pioggia?
Chi si nasconde al lume?
E tremola la luce come in un lago di fata
A che punto eravamo del giorno?
Tutto è svanito attorno
Chi è che viene solo?
Chi viene nel buio?
In una barca nera trema come un cigno
Le ombre fanno e disfanno giganti
Nel cielo color dopo di pioggia
Lanterne rosse tremano aspettando l’ospite
Chi prima non è stato, ecco ora è venuto
Si troverà straniero, occhi lo vestiranno ancora
Ma tolta la tunica addosso quello che disse fu:
“Il drago è solo, gli uomini ne fanno un Dio
Il drago è solo, gli uomini ne fanno un Dio”
A che punto eravamo del giorno?
Tutto è svanito attorno
Un’aria ferma e discesa e non solleva ancora
L’Asia dietro al tifone nell’angolo dell’Udong
Chi è ha inciso la mia pelle delle sue parole?
Chi si è portato il buio e non mi lascia ancora
Un punto giallo ora trema, rapida luce di treno
Serpente di lucciole in corsa,
così nella notte tra i continenti corre il pensiero di te
Dove saranno gli occhi tuoi quando si chiuderanno i miei
Dove saranno gli occhi tuoi quando si chiuderanno i miei
Vinicio Capossela - lanterne rosse
life goes oon...
la la la la life goes on...
--
hummmhummmmhummm
--
hey danzanti,
nessuno tra noi ha talento da prefica
è l'urto
che, vividi, cantiamo
con fiato corto e sudore
--
Chi è che viene nella notte?
Chi viene nell’ombra?
Chi viene nella pioggia?
Chi si nasconde al lume?
E tremola la luce come in un lago di fata
A che punto eravamo del giorno?
Tutto è svanito attorno
Chi è che viene solo?
Chi viene nel buio?
In una barca nera trema come un cigno
Le ombre fanno e disfanno giganti
Nel cielo color dopo di pioggia
Lanterne rosse tremano aspettando l’ospite
Chi prima non è stato, ecco ora è venuto
Si troverà straniero, occhi lo vestiranno ancora
Ma tolta la tunica addosso quello che disse fu:
“Il drago è solo, gli uomini ne fanno un Dio
Il drago è solo, gli uomini ne fanno un Dio”
A che punto eravamo del giorno?
Tutto è svanito attorno
Un’aria ferma e discesa e non solleva ancora
L’Asia dietro al tifone nell’angolo dell’Udong
Chi è ha inciso la mia pelle delle sue parole?
Chi si è portato il buio e non mi lascia ancora
Un punto giallo ora trema, rapida luce di treno
Serpente di lucciole in corsa,
così nella notte tra i continenti corre il pensiero di te
Dove saranno gli occhi tuoi quando si chiuderanno i miei
Dove saranno gli occhi tuoi quando si chiuderanno i miei
Vinicio Capossela - lanterne rosse
martedì 7 giugno 2011
Ho avuto addosso il vestito del sogno
e danzato.
tocco gentile,
mi sentiva come fossi vera
io, naso, io capelli, io occhi, io mento nell'incavo del collo
io testa a rotolare.
e i corpi - spalla contro spalla, mano contro mano - senza lasciarsi.
l'abbraccio fino al si.
non possiamo tenere l'acqua con le mani.
--
l'orizzonte era nel paesaggio ed il paesaggio era mare.
greve e lieve
colomba a chi viene a prendermi.
non pensarmi come cosa data
--
Dov'è che siam rimasti a terra Nutless
dov'è lo sparo
il botto
dov'è la strada
dove noi
e la sera arriva presto troppo presto per potere andar
dov'è che siam rimasti
dov'è che siam restati soli Nutless
(...)
Vincio Capossela
tocco gentile,
mi sentiva come fossi vera
io, naso, io capelli, io occhi, io mento nell'incavo del collo
io testa a rotolare.
e i corpi - spalla contro spalla, mano contro mano - senza lasciarsi.
l'abbraccio fino al si.
non possiamo tenere l'acqua con le mani.
--
l'orizzonte era nel paesaggio ed il paesaggio era mare.
greve e lieve
colomba a chi viene a prendermi.
non pensarmi come cosa data
--
Dov'è che siam rimasti a terra Nutless
dov'è lo sparo
il botto
dov'è la strada
dove noi
e la sera arriva presto troppo presto per potere andar
dov'è che siam rimasti
dov'è che siam restati soli Nutless
(...)
Vincio Capossela
giovedì 2 giugno 2011
Tranne te
sono i desideri che salvano la vita..
--
Certi giorni mi fanno ridere e ridere e ridere, che mi ricordo di quando sono stata ragazza e di come devo fare per essere felice.
Anche a fabri gli si vede un velo negli occhi, cazzo!
--
Certi giorni mi fanno ridere e ridere e ridere, che mi ricordo di quando sono stata ragazza e di come devo fare per essere felice.
Anche a fabri gli si vede un velo negli occhi, cazzo!
mercoledì 1 giugno 2011
Sogno come parlo, penso, vivo
Cè questa casa, la mia. Grande, grandi soffitti con travi.
Sto cacciando tutti i gatti e lo dico alla donna coi capelli grigi - non posso tenerli in casa.
Nel mentre, con la coda dell'occhio, la vedo - una gatta nuova, tigrata - porta in bocca il cucciolo e va verso la soffitta.
L'inseguo, mi sfugge, è scappata nella stanza difficilmente raggiungibile, poco sicura.
Potrebbe cadermi tutto addosso.
Così non la seguo fin lì - ho da fare, tanto prima o poi dovrà uscire - è istinto.
--
E, per l'uomo dell'isola, quello a cui costo il pianto: è vero, è ora che i gatti vadano via, ma..
--
Io non so se la solitudine, se quello
strazio chiamato solitudine, se quell’andare
via dei corpi cari, se quel restare soli
dei vivi, io non so se quel lamento della
solitudine, se quel portarci via le facce
se quel loro sparire
di facce che avevamo dentro il respiro, non so
se il dono sia questo portarci via le
carezze, questa stacciatura.
è poco il poco che so e di questo
poco io chiedo perdono. Io chiedo
perdono per quello che so, perdono io chiedo
per tutto quello che so.
Mariangela Gualtieri
Sto cacciando tutti i gatti e lo dico alla donna coi capelli grigi - non posso tenerli in casa.
Nel mentre, con la coda dell'occhio, la vedo - una gatta nuova, tigrata - porta in bocca il cucciolo e va verso la soffitta.
L'inseguo, mi sfugge, è scappata nella stanza difficilmente raggiungibile, poco sicura.
Potrebbe cadermi tutto addosso.
Così non la seguo fin lì - ho da fare, tanto prima o poi dovrà uscire - è istinto.
--
E, per l'uomo dell'isola, quello a cui costo il pianto: è vero, è ora che i gatti vadano via, ma..
--
Io non so se la solitudine, se quello
strazio chiamato solitudine, se quell’andare
via dei corpi cari, se quel restare soli
dei vivi, io non so se quel lamento della
solitudine, se quel portarci via le facce
se quel loro sparire
di facce che avevamo dentro il respiro, non so
se il dono sia questo portarci via le
carezze, questa stacciatura.
è poco il poco che so e di questo
poco io chiedo perdono. Io chiedo
perdono per quello che so, perdono io chiedo
per tutto quello che so.
Mariangela Gualtieri
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