venerdì 11 febbraio 2011

Bambulè

Michela, così si chiamava...era la mia bambola.
Me la ricordo bionda, consunta dai baci, con un disco nella pancia: mamma mammina, nghè nghè, nghè, nghè..
Michela è finita giù nel cortile.
Buttala!
No, a me piace....
Ma è rotta e sporca!
A me piace! Hei è mia, mi fa compagnia, la amo.
La butto io, allora!  
Sono scesa, piangendo, e lei stava lì, per terra.
Rovinata.
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Mi mettevano le scarpe nuove, di vernice felice - me le metto subito...
No!
Si - e vado a giocare. Al cantiere, cado nella vasca.
E' calce viva, mamma, posso morire!!!!!
Hai perso la scarpa!
Io mi abbracciavo a Michela e mi chiedevo perchè fossi così sanguinaria, così torturatrice di lucertole, così  curatrice di cani, così libera, così... e non avessi un posto dove stare.
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Certi abbracci mancano e mancheranno per sempre.. è male desiderare di essere abbracciati da quelli che amiamo e che ci amano ma che per qualche motivo temono la nostra natura. Perchè siamo come siamo.

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