domenica 30 gennaio 2011

Era carbonella e ora è cenere

Scellerata! Scellerata! Che malia hai tu fatta al Reuccio?
Ti faremo bruciar viva, se non disfai la malia! E intanto vai in carcere.
Il Reuccio smaniava più che mai: Ah, quelle mani! Le più piccole e le più belle mani del mondo!
Che vorreste farvene, Reuccio?
Voglio sposare chi le possiede!
Per giorni il Re, se la fece condurre.
Carbonella, hai riflettuto? Vuoi disfare la malia?
Ma che malia, Maestà? La trista malia è la disgrazia che mi perseguita.
Hai tempo poche ore, Carbonella; sarai bruciata viva domani.
Disse il Ministro. - Facciamo fare a Carbonella quella impronta sotto gli occhi del Reuccio.
Carbonella, sarai bruciata viva oggi stesso. Intanto leva questo panno dal catino e strizzalo bene.
L’acqua s’intorbidò ed ecco che nel panno strizzato si vedevano parecchie impronte delle mani di Carbonella. Sciorinarono quel panno al sole, e, di mano in mano che si asciugava, le impronte risultavano come fatte di maraviglioso ricamo in lamine d’oro finissimo.
Tutti guardavano il Reuccio che sembrava diventato di sasso. Sembrava di sasso anche Carbonella, che vedeva, per la prima volta, mutarsi in oro le macchie gialle lasciate su gli oggetti dalle sue mani. Il Reuccio cominciò ad agitar le braccia, a stralunar gli occhi: Largo! Largo! Scostatevi!  E tu, Carbonella, non ti muovere di lì! Fermi tutti; attendete!
E fu un urlo di tutti vedendolo ricomparire con una face accesa in mano, correre addosso a Carbonella e appiccarle foco alla veste. La poverina diè una vampata da capo a piedi, senza un grido, senza un atto di scampo. Solamente nascose il viso con le braccia e rimase in piedi, avvolta dalle fiamme scoppiettanti.
Ah, Reucciol Che cosa avete fatto, Reuccio!
Era Carbonella, Maestà; bisognava bruciarla!
Le fiamme diminuirono, lingueggiarono un po’, poi si estinsero. E dopo un po’, si vedeva fitta in mezzo alla saia una forma umana, coperta di cenere, che sembrava una statua. Ma ecco: la statua viene presa da lieve tremito che si accresce, e fa cascar giù la cenere da ogni parte: ed ecco apparire una bellissima figura di donna, bianca, rosea, con capigliatura d’oro, ma che conserva infatti nel viso i lineamenti di Carbonella. Abbassate lentamente le braccia, apre gli occhi, quasi si destasse da un profondissimo sonno, sorride e tende le mani al Reuccio. Oh, le più piccole e le più belle mani del mondo! E il Reuccio, caduto in ginocchio davanti a lei, gliele baciava e ribaciava.
Carbonella, diventa Reginotta. Ma le sue mani non macchiavano più gli oggetti toccati. E qui la fiaba finisce.
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E comincia la vita.
Nera e d'oro, se vado di là mi dicono troppa testa, se vado di qua mi dicono troppo cuore - sarai Reginotta a patto di non lasciare impronte.
Ognuna ha la sua risposta.  
Io sono Reginotta e lascio impronte, cerco di farlo leviana, nella leggerezza.

sabato 29 gennaio 2011

Il Reuccio

Carbonella pensò di lavarsi le mani con l’acqua corrente, e più le stropicciava e più l’acqua s’intorbidava; se non che, col sole, quel colore luccicava come l’oro. A guardia dei panni stesi al sole non c’era nessuno, ne prese uno, e si asciugò le mani. Vi restavano impronte giallicce, impronte delle mani in varii atteggiamenti, e così nette e così precise, che sembravano dipinte. 
Ah, scellerata! Che cosa hai fatto? Hai macchiato la biancheria della famiglia reale! Tentò di scappare; ma i guardiani  la trascinarono, piangente, mezza viva e mezza morta, al cospetto del Re.
Perché hai tu fatto questo?
Maestà, perdonatemi. Io non sapevo... Se avessi saputo, Maestà... E il pianto le impediva di parlare. Il Re si convinse che una ragazzina di quell’età non poteva aver voluto. Si rifaccia il bucato. La colpa è tutta vostra che non avete fatto buona guardia.
Le lavandaie rifecero il bucato, ma le impronte delle mani non andarono via; e quando i panni furono asciutti, il Re, la Regina, il Reuccio rimasero sbalorditi; erano infatti impronte d’oro!
Il Reuccio, più di tutti, le guardava estasiato:  ah! queste mani! Le più piccole, le più belle manine del mondo!  Le impronte erano così nette, e così ben modellate che da quel giorno in poi, il Reuccio fu colpito dalla fissazione di voler vedere colei che possedeva le più piccole, e le più belle manine del mondo.
Invano il Re diceva: È una ragazza nera, cenciosa, sudicia da far rivoltare lo stomaco. L’ho vista io; e quelle mani che qui sembrano una meraviglia hanno la pelle abbruciacchiata!
Ma il Re, per amore del figlio, spedì parecchi corrieri alla ricerca di quella ragazza. Finalmente, giunge un corriere e dice: Maestà, la ragazza è trovata. E così Carbonella ricomparve di nuovo in presenza del Re. Era più nera, più sciatta che mai, carbonella addirittura; ma ,vispa e tranquilla, perché sapeva di non aver fatto, questa volta, niente di male.
Perché vai di qua e di là?
Voglio incontrare la Fortuna.
E che vorresti dalla Fortuna?
Quel che le piacerebbe di darmi.
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Ecco qui, Reuccio, quelle che voi credete le più piccole e le più belle mani del mondo!
Per piccole, erano piccole, ma belle, no davvero!
Fammi vedere! Fammi vedere! Chi te l’ha bruciacchiate?
Nessuno. Dapprima macchiavo di nero tutto quel che toccavo; era una gran disgrazia. Una vecchia mi disse: Ficcale in quel mucchio di letame, e tiènvele finché potrai. Ora invece macchio in giallo scuro tutto quel che tocco; è un’altra grave disgrazia!
Il Reuccio le guardava con repugnanza, poco convinto che le impressioni lasciate nei panni provenissero proprio da esse.
Lasciatemi vedere! Lasciatemi vedere!
Carbonella, ridendo, tendeva le mani, voltandole e rivoltandole, perché il Reuccio potesse osservarle meglio.
No, no, no!... Non sono queste! Vi fate beffa di me!
Il Reuccio, singhiozzando e piangendo, uscì dalla sala.

venerdì 28 gennaio 2011

Già, perche?

Doni
vedo quelli che mi vengono fatti
ed anche le privazioni
nera e d'oro
come gazza rubo luccichii
ladra!
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moltissimi anni fa - il tempo si prende tutto il tempo di cui ha bisogno - lessi un libro che mi parve un dono - lo lessi senza capire molte cose, le sentii.
Così mi succede quando mi prende lo stupore di assomigliare, di vedermi scritta, di essere negli altri -  la gioia e la fortuna di essere riconosciuta.
Quel libro era una delle mie fortune: Ah, figliuola mia! La Fortuna è capricciosa: oggi dà, domani toglie; dà senza discernimento, toglie allo stesso modo: è una pazza. Se la incontri, non guardarla neppure in viso; dà retta a me. (L.Capuana - Carbonella)
So l'odore del movimento e dell'abbandono - so di esserci non lo so fare - perchè volli a tutti i costi il dono della veggenza?
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Il libro: Cassandra - C. Wolf

giovedì 27 gennaio 2011

Chi picchia? Chi cercate?

Sono io, sono Carbonella; chiedo ricovero per questa notte.
L’uscio scricchiolò e apparve su la soglia una vecchia curva, grinzosa. Ti chiami Carbonella? Sei carbonella davvero, ed ora, figliola mia, andiamo a dormire. Spinse un usciolino della parete in fondo e una fila di stanze, una più bella dell’altra, illuminate da una dolce luce azzurrognola, che non si capiva d’onde venisse...
Signora! Voi non sapete! Mi hanno chiamato Carbonella, perché ho la disgrazia di macchiar di nero tutto quel che tocco! Dormirò sullo strame della prima stanza! 
Dormi, e non curarti d’altro!
Se potessi incontrare la Fortuna! Essa sola potrebbe aiutarmi.
Ah, figliuola mia! La Fortuna è capricciosa: oggi dà, domani toglie; dà senza discernimento, toglie allo stesso modo: è una pazza. Se la incontri, non guardarla neppure in viso; da’ retta a me.
Ma come faccio, col difetto di insudiciar di nero quel che tocco?
Per questo c’è rimedio. Non avere schifo. Ficca le mani in questo mucchio di letame, e tiencele finché potrai sopportare il bruciore che sentirai.
...Ahi! Ahi!
Non è niente, Carbonella; sopporta ancora. Pazienza!
Le pareva di aver le mani tra la brace; si contorceva, ma l’idea di guarire di quel difetto le dava forza e coraggio. Le ritrasse. Sembravano carbonizzate. Toccò un panno... e vi lasciò una macchia gialliccia scura, del colore del letame.
Perchè mi avete ingannata?
Non ti ho ingannata vedrai!

mercoledì 26 gennaio 2011

Chi sa a quest'ora dove le lucono gli occhi!

C’era una volta una povera donna che aveva una bambina così bruna, da sembrare quasi una mora. La lavava per tenerla pulita; ma la pelle, quella delle mani, trasudava un umor nero che lasciava l’impronta su qualunque cosa ella toccasse. Muore la mamma, e una mattina, chiama, cerca Carbonella... quella era andata via, sparita, senza dir niente a nessuno.
Povera Carbonella! Chi sa a quest’ora dove le lucono gli occhi!
Carbonella, era andata avanti, avanti senza sapere dove e perché andasse. Aveva sentito dire più volte: Il tale, la tale hanno incontrato la Fortuna. Poteva incontrarla anche lei. E per ciò quel giorno, imbattendosi in qualche donna, vecchia o giovane, le domandava ingenuamente Siete voi la Fortuna?
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..continua, la so tutta!

martedì 25 gennaio 2011

Nature, I'm your bride

mistero
immortale
potente
per me così piccola
così finita
voglio piantare bulbi
voglio giornate di sole
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speed start,alone!
Orlando - Sally Potter

lunedì 24 gennaio 2011

Che battuta - italiana

Chiamala cosa..è più pulito
Cetto la Qualunque - nome della sua amante extracomunitaria
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film italiano

domenica 23 gennaio 2011

sabato 22 gennaio 2011

Più vicino di quanto si pensi

che giorni
neanche la lingua dei segni ne percorre il limite
lontana, indefinita, silente.

Primitiva

Delicata, impermanente e nello stesso tempo così Lucy

venerdì 21 gennaio 2011

A fumetti

Ce l'ho in testa da stamattina...mi ha fatto ridere!
Stessa nave -  la mente al mare - la ragazza veloce e Mandrake - una vocazione per il mondo..non siamo cattivi, è che ci disegnano così!

Che battuta!

siamo due animali da combattimento - scadente è solo il punto di partenza
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film americano

giovedì 20 gennaio 2011

And the livin' is easy

Mi siedo e leggo si è uccisa la madre della modella anoressica.
Nutrimenti - quello che togliamo o che esageriamo.
Sono giorni che ho una contrattura, nell'acqua calda pulisco la scarola e penso forse se impasto la verdura rilasso i muscoli.
Tra le dita sciolgo summertime - cantata come non avevo mai fatto -  bisognava sentirmi  per capire - but till that morning, there's nothing can harm you - che quel giorno è arrivato.
Ci sono nutrimenti che riscaldano ed altri che fanno piangere.
Le donne muoiono di cibo - ammalate - fanno piangere.
Le ho nel cuore e nella testa -  figlie sorelle amiche - ma prima nella pancia, come si conviene.
...there's nothing can harm you with daddy and mammy standing by.
--
Janis Joplin

Lessico e saghe

E' che sono cresciuta in una famiglia così: mia madre non ha mai azzeccato una parola di una lingua straniera stroppiando per tutta la vita nomi di attori chiamandoli wolter matiè o ghericrent e per dire bed and breakfast dice black and decker.
Basta saperlo!
Domenica mi fa -  non ci sono a pranzo perchè vado alla saga della polenta. 
Quando sono riuscita a respirare di nuovo ho chiamato il mio migliore amico - anzi, gli ho scritto un sms, per metterlo al corrente, dato che condividiamo la stessa passione per lo strafalcione.
Il migliore amico, detto anche ma, sostiene che soffriamo di una strana afasia di famiglia: quelle rare volte che il pensiero si forma nelle nostre teste, ebbene,  non è collegato con i centri della parola e dunque giù cose senza senso, poco attinenti magari messe lì perchè suonano bene nel contesto.
Sulla saga ci siamo immaginati che vi fossero più episodi, magari con quella costruzione per flashback tipo guerre stellari, ma appena al secondo episodio: " il ritorno della polenta" ci siamo dilungati in discorsi che non oso raccontare.

mercoledì 19 gennaio 2011

Fall in love

chi mette un piede in fallo spesso si trova gravido
Alda Merini
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perchè potessi sentire
perchè accompagnassi
al giusto tempo
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milonga triste

martedì 18 gennaio 2011

Cronache di una morte annunciata

Ovviesse
Preoccupata - dove sei?
mi giro e lo vedo - mano nella mano col manichino - inneffabile.
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eeee... stasera abbiamo un ospite importante: renato zero!!!!
applausi prego
ci racconterà la sua storia - triste
di quando è morta la mamma
ahhhhhhia!
è molto triste - avevo solo sette anni - ora non sono più triste - ma a sette anni si!
beh vorrei vedere..
silenzio!
tornavo a casa da scuola e sono andato da mamma che era a letto e riposava, l'ho chiamata, ma niente - aveva gli occhi chiusi - era morta - ed allora sono svenuto.
si stende, si rialza e dice
sono andato all'ospedale ed ho chiesto ai medici potete darmi una certezza?
e loro: è morta
ed allora sono svenuto
si stende - applaudo.

lunedì 17 gennaio 2011

In bilico

evidenza del disastroso
dell'inevitabile
le mani - delicati cedevoli pietosi aggrappi
svelano
sparlano - per me
magia potente - catena.
Allo strumento antico
io sono te
io ti canto a me.
--
alex-stoddard - uau! 17 anni ed una vocazione per la precarietà.

Un solo dio

animali... tutti creati dalle abili mani del dio epimeteo
papà ma qui noi lo chiamiamo solo dio
si ma quelli erano gli dei a cui noi non crediamo più
io si!

domenica 16 gennaio 2011

Siffatto

Di che gli occhi miei presero un dì cosiffatta esperienza
Boccaccio
--
tanto
un tanto indeterminato
tanto riferito a cosa antecedente o seguente
tanto in senso di questo
tanto moltiplicativo
tanto per molto

sabato 15 gennaio 2011

Bonificare

Ed io.
di luce bianca.
raggrumo.
semplice, come rosa canina
odorosa di pochi petali
--
amico, usi parole. grazie.
faccio eco
menar buono,
ridurre in miglior forma,
abbondare.

venerdì 14 gennaio 2011

Grand Hotel

Lontani sentori di divinità
abbiamo pensieri da terza categoria
gesti moti odori desideri da..
asprezze
ricordi di sangue sulla nostra lingua
nelle nostre bocche e sputi
e paradisi piccoli piccoli
che ci sembra di poter trattenere
veglie furie
amori di parole bandite
--
Uau! Salgono parole che hanno l'incedere leggero di un pachiderma

mercoledì 12 gennaio 2011

Mare aperto o dell'innocenza

Do asilo dentro di me come a un nemico che temo d'offendere, un cuore eccessivamente spontaneo che sente tutto ciò che sogno come se fosse reale che accompagna col piede la melodia delle canzoni che il mio pensiero canta, tristi canzoni, come le strade strette quando piove.
Pessoa
--
So che ci saranno rivelazioni
epifanie, percezioni, energie e
speranze;
stelle e vita semplice,
il vero delle cose

lunedì 10 gennaio 2011

Aspettavo che si nominasse

Ripetete, ognuno per sé,
ognuno dentro al lago del suo cuore:
cosa…
Cos’è la cosa?
Cosa
Ripetetelo sfiorando le vostre braccia,

le vostre gambe, i vostri capelli (…)
Fermatevi,
voi che siete ancora anime
e fiori”.
Conversazione con la morte - G. Testori

domenica 9 gennaio 2011

Parlè

..nessun bambino o donna è ammesso a bordo
--
3.245.657.895
si legge tremiliardiduecentoquarantacinqueseicentocinquantasetteottocentonovantacinque
amore di mamma - cosa mi vuoi comunicare?
noooooo,  è per Giovanni Parlamento...
--
è un cialtrone
è un poeta
è un pirata
tum tum, tum tum, tum tum
--
considerato che l'amore non ha prezzo
sono disposto a tutto per averne un pò
Jovanotti

mercoledì 5 gennaio 2011

martedì 4 gennaio 2011

E che ci vuole?

controtempo
intrappolare
il ritmo interiore
sedimentare rimandare
permettere la traduzione
essere
profeti visionari
sacri
avere in carne l'arte
del credere

lunedì 3 gennaio 2011

Verba docent exempla trahunt

-
--
primo
prima di combattere, chiediti per cosa
--
secondo
conoscere cosa è grave
esuberare e muoversi
e lievemente lasciarsi andare
inchinarsi
tradursi
--
terzo
trovare la voce
lo scarno
l'imprendibile
l'altrove

domenica 2 gennaio 2011

Tua madre non serve!

mammmaaaa?????!!!!?????
siiiiii?????????
mammmmaaa - mammmmminnaaaaaa???????????
dimmmmmiiiiiii!!!!!??????
mammmmmmmaaaaaaa????????????
allora?
niente..
--
Tua madre non è una serva...
Eduardo De Filippo

Acutezze

punge il nuovo significato della parola dolore
messo nel lontano, messo nel mai più

sabato 1 gennaio 2011

La lucertola

Stamattina il tempo è lento
sto con la lucertola.
Leggo, penso, leggo..guardo
bello guardare, bello bello andare, prendere, toccare..
lacerto di braccia, di seni, di gamba
io, carnale, calda, finita, mortale
mai mi rassegno, mai mi arrendo
all'insopportabile annegare   
a me - visionaria
me straripante
me verso da corvo
me roca
me rumorosa.