ho un cuore trafitto in cera persa
perché non si concede
la forma cava e tonda di madre,
mi schiaccia nell'abbandono.
mentre natura spinge io tremo
per avere ciò che lo sguardo
non può concepire.
non può che permettersi il nome di cagna
dolce, che finisce in la.
al di là della nuca e tra i capelli
mi aspetto la linfa, i grilli, la pietà.
e preferisco di gran lunga natura
all'intelligenza della vita
che dimentica il sorriso nei posti più impensati.
mercoledì 30 luglio 2014
venerdì 25 luglio 2014
The turn
http://www.fredoviola.com/audio.html
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La spina dorsale è spago e foglie
Le pagine che non ho scritto premono dolcemente
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La spina dorsale è spago e foglie
Le pagine che non ho scritto premono dolcemente
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martedì 22 luglio 2014
Mare aperto o della mia strada
Uzun ince bir yoldayım gidiyorum gündüz gece
Bilmiyorum ne haldeyim gidiyorum gündüz gece
Gündüz gece gündüz gece gündüz gece
Dünyaya geldiğim anda yürüdüm aynı zamanda
İki kapılı bir anda gidiyorum gündüz gece
Gündüz gece gündüz gece gündüz gece
Şaşar Veysel işbu hale gah ağlayı gah güle
Yetişmek için menzile gidiyorum gündüz gece
Gündüz gece gündüz gece gündüz gece
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Sono in una lunga e stretta strada
la mia strada mattina e sera
non so in che stato mi trovo in
Sono sulla mia strada mattina e sera
dal momento in cui sono entrato in questo mondo
ha cominciato camminare allo stesso tempo
in ogni posto con due scelte
Sono sulla mia strada mattina e sera
se mai si è pensato in profondità
sembrerà molto lontano quando si è visto
il percorso vale un minuto
sono sulla mia strada mattina e sera
Veysel è confuso di questo ....
qualche risata e qualche grido
per arrivare fino all'obiettivo
e per stare sulla mia strada mattina e sera
sabato 19 luglio 2014
L'intesa fra tutto ciò che manca
Noi tutti non siamo solo terrestri. lo si vede da come fa il nido la ghiandaia da come il ragno tesse il suo teorema da come tu sei triste e non sai perché. noi nati, noi forse ritornati, portiamo una mancanza e ogni voce ha dentro una voce sepolta, un lamentoso calco di suono che un po’ si duole anche quando canta. te lo dico io che ascolto il tonfo della pigna e della ghianda la lezione del vento e il lamento della tua pena col suo respiro ammucchiato sul cuscino un canto incatenato che non esce. ascoltare anche ciò che manca. l’intesa fra tutto ciò che manca.
M. Gualtieri
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hai la testa sul cuscino
posso sentire il respiro
posso fare finta di sentirlo
posso ignorare
e cercare l'occhio
e ridere
posso cercare di ridere
e parlare di una chitarra piccola
che va bene per fare cose
va bene
va bene.
Spiega alle ali come si fa
e non mentire
con tua piccola soddisfazione stai nel tuo fiato pesante
che non ne hai altri
per ora.
Poi con movimento
trova le dita delle mani
articola
parti da lì
e chiedi
chiedi
chiedi.
M. Gualtieri
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hai la testa sul cuscino
posso sentire il respiro
posso fare finta di sentirlo
posso ignorare
e cercare l'occhio
e ridere
posso cercare di ridere
e parlare di una chitarra piccola
che va bene per fare cose
va bene
va bene.
Spiega alle ali come si fa
e non mentire
con tua piccola soddisfazione stai nel tuo fiato pesante
che non ne hai altri
per ora.
Poi con movimento
trova le dita delle mani
articola
parti da lì
e chiedi
chiedi
chiedi.
venerdì 18 luglio 2014
Manca grattato
Uff!!!!
La solita distanza tra me e quello che serve.
sul frigo: manca grattato - pane!
Il pane lo faccio con la pasta madre,
La solita distanza tra me e quello che serve.
sul frigo: manca grattato - pane!
Il pane lo faccio con la pasta madre,
servono gli ingredienti ed io non li ho
- come in un sogno - lo chiamo:
Iacopooo
fatti prendere, ora.
Nasci!
vieni da me...
dove sei?
dai... vieni fuori!
Saltella,
gattona,
annaspa
dici
sillabe
sillaba: ma - mm- ma
Vieni, non farmi spaventare che non ti trovo..
vieni a scrivere nel tuo cuore quello che è scritto sul frigo della nostra cucina
lì, nel cuore rosso.
E..
Iacopooo
fatti prendere, ora.
Nasci!
vieni da me...
dove sei?
dai... vieni fuori!
Saltella,
gattona,
annaspa
dici
sillabe
sillaba: ma - mm- ma
Vieni, non farmi spaventare che non ti trovo..
vieni a scrivere nel tuo cuore quello che è scritto sul frigo della nostra cucina
lì, nel cuore rosso.
E..
scusa per tutta l'imperfezione,
per tutta la paura che ho messo nel tuo petto
scusa, che era la mia e dovevo tenerla per me
eppoi non mi scusare per tutta tutta l'imperfezione che ti porto con il mio respiro,
non mi scusare per i giochi agli animali
non mi scusare per mamma tigre
vieni con l'ardore che ti ho insegnato
appena puoi,
per tutta la paura che ho messo nel tuo petto
scusa, che era la mia e dovevo tenerla per me
eppoi non mi scusare per tutta tutta l'imperfezione che ti porto con il mio respiro,
non mi scusare per i giochi agli animali
non mi scusare per mamma tigre
vieni con l'ardore che ti ho insegnato
appena puoi,
come puoi,
vieni da me e..
sillaba.
sillaba.
giovedì 17 luglio 2014
Il viaggiatore ritorna subito
"Il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione. Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto: "Non c'è altro da vedere", sapeva che non era vero. Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l'ombra che non c'era. Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre. Il viaggiatore ritorna subito."
Saramago
martedì 15 luglio 2014
Strette misure
Risposta
Contrasto tra le ferite e l’ingranaggio una colomba spaziava
Contrasto tra le ferite e l’ingranaggio una colomba spaziava
ma mi persi a cercare colombelle. Seduta stante convocai
anzi cominciai per bere, e il limone questa volta spartito
in parti uguali cresceva nel vaso da notte riempito di tè.
Ruvido il guanciale mentre non dormi, una rosetta sul porta
calze, tira calze; strettoie delle difficoltà. Per essere
nella mani di Dio giunsi le mani, le punte alleggerite da
una pressione civica interna.
O un Dio o un’ombra; era lo stesso per chi cerca il sonno.
Rivoltàme nelle giungle dei sampietrini oppure chiare acque
e fresche ombre, il mangiame dei nostri polli è abituale,
tu non ridi se ti sparano. Volli tentare il pieno ne ricavai
strette misure.
anzi cominciai per bere, e il limone questa volta spartito
in parti uguali cresceva nel vaso da notte riempito di tè.
Ruvido il guanciale mentre non dormi, una rosetta sul porta
calze, tira calze; strettoie delle difficoltà. Per essere
nella mani di Dio giunsi le mani, le punte alleggerite da
una pressione civica interna.
O un Dio o un’ombra; era lo stesso per chi cerca il sonno.
Rivoltàme nelle giungle dei sampietrini oppure chiare acque
e fresche ombre, il mangiame dei nostri polli è abituale,
tu non ridi se ti sparano. Volli tentare il pieno ne ricavai
strette misure.
Amelia Rosselli
martedì 1 luglio 2014
Da quale parte?
Eccoti finalmente voltato
dalla parte del cielo.
Aspettare che tutto si muova
che tutto diventi vero come
questa luce che viene dal chiuso
col respiro infilzato sul dorso
da un palombaro che sale
come una promessa data
con parole diurne
tagliate dal chiaro, uscite di sbieco
dalle corsie.
Stefano Raimondi
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dalla parte del cielo.
Aspettare che tutto si muova
che tutto diventi vero come
questa luce che viene dal chiuso
col respiro infilzato sul dorso
da un palombaro che sale
come una promessa data
con parole diurne
tagliate dal chiaro, uscite di sbieco
dalle corsie.
Stefano Raimondi
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