sabato 17 maggio 2014

Superlativo!

E poi la mensa ingombra
Di povere vivande,
Simili a quelle ghiande
Le quai fuggendo tutto il mondo onora.

Sì che non dovete maravigliarvi s'anch'io ad imitazion loro potrò caricarvi la mensa di vivande non comprate, le quali se tali non saranno quali voi altrove sete solito di gustare, ricordatevi che sete in villa, e a casa di povero oste vi sete abbattuto. Estimo, diss'io, parte di felicità il non esser costretto di mandare alle città per le cose necessarie al ben vivere, non ch'al vivere, delle quali mi pare che qui sia abbondanza.
Non occorre, diss'egli, ch'io per alcuna cosa necessaria o convenevole a vita di povero gentiluomo mandi alla città, percioché dalle mie terre ogni cosa m'è, la dio mercé, copiosamente somministrata: le quali in quattro parti, o specie che vogliam dirle, ho divise. L'una parte è la maggiore e da me arata e seminata di frumento e d'ogn'altra sorte di legumi; l'altra è lasciata a gli alberi e alle piante, i quali sono necessari o per lo fuoco o per l'uso delle fabriche e degli instrumenti delle case, come ch'in quella parte ancora che si semina sian molti ordini d'alberi su' quali le vite secondo l'usanza de' nostri piccioli paesi sono appoggiate; la terza è prateria, nella quale gli armenti e le greggi ch'io ho usano di pascolare; la quarta ho riserbata a l'erbe e a' fiori, ove sono ancora molti alveari d'api: perciò ch'oltre questo giardino nel quale tanti alberi fruttiferi vedete da me piantati e il quale dalle possessioni è alquanto separato, ho un bruolo molto grande, che d'ogni maniera d'erbaggio è copiosissimo molto.
Torquato Tasso

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