lunedì 20 dicembre 2010

Mi pungo il piede e me ne torno indietro

Ho creduto che le mie prime mille parole ce le avesse un mago, che me le avesse rubate.
Per sette lunghi anni sono stata in silenzio, per poi riprendermele.
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Zia Teresa era una donna dai modi garbati. Signora aggraziata e gentile che con voce gracidante raccontava questa favola.
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C'era una volta una principessa, altezzosa. 
Un giorno,  mentre si fa intrecciare i capelli, viene a sapere di un principe in pericolo, segregato ed ammaliato, l'unico modo per liberarlo è rimanere in silenzio, sette anni, senza curarsi di se stessa. Se ne innamora e decide di stare zitta.
Alla fine dei sette anni lo aspetta sulla soglia così com'è:  silenziosa - senza altezze.
Appena lui la vede le dice: sciù, per un uomo come ti sei ridotta!  E se ne va.
La principessa si dispera e, si dispera. Ma poi vive e parla e rivive -  diventa bella come una volta - di più.
Ed il principe viene a sapere di questa bellezza sconosciuta, la vede e decide che deve sposarla.
Così le porta catene d'oro, pietre preziose e diamanti che lei utilizza per le sue galline, per il suo pozzo..
Il principe la prega di andare nel suo castello ed ella accetta, a patto che lui le costruisca un ponte tutto d'oro. Così una bella mattina s'appresta a percorrerlo, ma metà del tragitto trova una spina, si ferma e dice: mi pungo il piede e me ne torno indietro!
Dopo molto insistere il principe si fa nuovamente avanti e lei  allora gli chiede di arrivare in una bara sotto la sua finestra, solo così l'avrebbe ricevuto.
Quando lo vede nella bara gli ricorda chi ella fosse: sciù, per una donna come ti sei ridotto!
Ed il principe non crede alle sue orecchie ed ai suoi occhi e le dice di amarla.
Infine dopo molti anni - che nelle favole passano come fossero bruscolini -  i due si sposano.

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