siamo mito e visione,
uno ed altra - opposti - ci conteniamo
tengo il filo
Arianna
--
siamo quello che ci cade dagli occhi - lacrima - altrimenti non siamo
--
l'amico - viene a trovarmi - a dirmi di Eraclito
l'acqua scorre, e sulle sponde di questo corpo, risuona.
bene.
venerdì 31 dicembre 2010
giovedì 30 dicembre 2010
I sei cigni
leggo fiabe ed i loro archetipi e vado alla identità segreta degli opposti - io che metto insieme il morbido ed il duro, l'opaco ed il trasparente.
i cigni fratelli stregati - "qualità disumana ed incostante dell'anima, ma anche possibilità di conoscenza e di alte realizzazioni interiori."
la sorella si guida al silenzio, sette anni e cuce sette vesti di luna per spezzare gli incantesimi.
sorelle e fratelli - cigni e corvi - bianchi e neri.
"Quando un opposto raggiunge il culmine del proprio sviluppo contiene già in potenza il contrario di sè."
--
Io, vengo dal nero e già sto nel bianco, nel mio colore più intenso - nei miei lavori - nell'indefinito che la vita riserva, in ciò che non scoprirai mai e che esplorerai sempre - mare aperto.
i cigni fratelli stregati - "qualità disumana ed incostante dell'anima, ma anche possibilità di conoscenza e di alte realizzazioni interiori."
la sorella si guida al silenzio, sette anni e cuce sette vesti di luna per spezzare gli incantesimi.
sorelle e fratelli - cigni e corvi - bianchi e neri.
"Quando un opposto raggiunge il culmine del proprio sviluppo contiene già in potenza il contrario di sè."
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Io, vengo dal nero e già sto nel bianco, nel mio colore più intenso - nei miei lavori - nell'indefinito che la vita riserva, in ciò che non scoprirai mai e che esplorerai sempre - mare aperto.
Non al tempo
Ci sono cose che non conosco - che so immaginare con una perfezione che è già dolore.
Lo trasformo con furia e volontà in queste parole - cavano la vertigine nella montagna in movimento.
Sono al ritorno - uguale e diversa.
Sono la montagna, l’uccello, la volpe.
la balena.
Vivo - e ho tregue - e di queste leggerezze ho cura.
Ma c'è un segreto - so fare tutto sottosopra - immaginare tutto sottosopra - sennò non è vita, non è respiro, non è lucentezze.
E talvolta resto - al tempo della pianta, del grano, della spiga.
Non a quello dell’albero, non a quello del lago.
Infine scivolo - goccia pesante nella terra e mi perdo.
Lo trasformo con furia e volontà in queste parole - cavano la vertigine nella montagna in movimento.
Sono al ritorno - uguale e diversa.
Sono la montagna, l’uccello, la volpe.
la balena.
Vivo - e ho tregue - e di queste leggerezze ho cura.
Ma c'è un segreto - so fare tutto sottosopra - immaginare tutto sottosopra - sennò non è vita, non è respiro, non è lucentezze.
E talvolta resto - al tempo della pianta, del grano, della spiga.
Non a quello dell’albero, non a quello del lago.
Infine scivolo - goccia pesante nella terra e mi perdo.
martedì 28 dicembre 2010
Confessioni
Non a tutti è dato cantare,
e non tutti possono cadere come una mela
sui piedi degli altri.
Iesenin
--
si..è sollievo.
e non tutti possono cadere come una mela
sui piedi degli altri.
Iesenin
--
si..è sollievo.
lunedì 27 dicembre 2010
Mare aperto o notazione del movimento
..il ritorno è un arrivo. e non c'è ritorno che tenga il passo.
Avevo un libro alle scuole medie - osserva, sperimenta ed impara.
Materie!
La musica - il modo - la notazione.
--
Non è tutto uguale.
Ecco cos'era!!!!
Via il paradigma - tengo solo la mappa - ho dovuto costruirla, darle nomi, decidere chi. metterci dentro tutto ed al posto assegnato.
Perchè non si può viaggiare senza - sprovvisti - sarebbe come non farlo.
--
canone - composizione contrappuntistica - unisce ad una melodia una o più imitazioni, che le si sovrappongono progressivamente. La voce che inizia la melodia viene definita antecedente o dux mentre quella o quelle che seguono vanno sotto il nome di conseguenti o comites.
Avevo un libro alle scuole medie - osserva, sperimenta ed impara.
Materie!
La musica - il modo - la notazione.
--
Non è tutto uguale.
Ecco cos'era!!!!
Via il paradigma - tengo solo la mappa - ho dovuto costruirla, darle nomi, decidere chi. metterci dentro tutto ed al posto assegnato.
Perchè non si può viaggiare senza - sprovvisti - sarebbe come non farlo.
--
canone - composizione contrappuntistica - unisce ad una melodia una o più imitazioni, che le si sovrappongono progressivamente. La voce che inizia la melodia viene definita antecedente o dux mentre quella o quelle che seguono vanno sotto il nome di conseguenti o comites.
venerdì 24 dicembre 2010
di Aldo Nove
pensieri di Natale - se trovo uno arrabbiato e ribelle solitamente lo amo.
Parliamone.doc
Non so se è meglio farmi seghe o scrivere
Poesie. In entrambi i casi sto seduto
Davanti al mio computer Omnibook
Xe3 Hp e in entrambi i casi
Non è che cambio il corso della storia.
Ad essere sincero se mi faccio
Le seghe sul momento sono più
Contento ma nessuno poi mi viene
A dire bravo ma che bella sega
Che ti sei fatto. Invece (ed è per questo
Che si scrive poesia) se a un certo punto
Tiro su le mutande, chiudo i siti
Porno e mi indigno contro questa guerra
Sparandomi una raffica di versi
(Solitamente uso endecasillabi),
Aspetto che c’è una lettura e leggo,
Voi che ascoltate dite oh sì com’è
Indignato contro la guerra ed io
Lo avverto che voi siete dalla mia
Parte e apprezzate come sono bravo
A esprimermi con questi endecasillabili.
Diciamo che il poeta è un segaiolo
Deviato e voi soltanto dei guardoni,
Però non è così. Non c’è “voi” ma
Soltanto “noi,” perché il pubblico della
Poesia è costituito solo dai
Poeti e dalle gentili poetesse
Che si ascoltano a vicenda attendendo
Di eiaculare i propri enjambements
Addosso agli altri. No, non è così.
Ho esagerato. Quello che pensavo
E’ altro. Quello che io credo è che
Con la poesia si manifesta Dio,
Si fermano le guerre, si migliora
La qualità dell’esistenza a Baghdad,
Diciamocelo, questa sera, amici,
Parliamone, scambiamoci le e-mail.
Parliamone.doc
Non so se è meglio farmi seghe o scrivere
Poesie. In entrambi i casi sto seduto
Davanti al mio computer Omnibook
Xe3 Hp e in entrambi i casi
Non è che cambio il corso della storia.
Ad essere sincero se mi faccio
Le seghe sul momento sono più
Contento ma nessuno poi mi viene
A dire bravo ma che bella sega
Che ti sei fatto. Invece (ed è per questo
Che si scrive poesia) se a un certo punto
Tiro su le mutande, chiudo i siti
Porno e mi indigno contro questa guerra
Sparandomi una raffica di versi
(Solitamente uso endecasillabi),
Aspetto che c’è una lettura e leggo,
Voi che ascoltate dite oh sì com’è
Indignato contro la guerra ed io
Lo avverto che voi siete dalla mia
Parte e apprezzate come sono bravo
A esprimermi con questi endecasillabili.
Diciamo che il poeta è un segaiolo
Deviato e voi soltanto dei guardoni,
Però non è così. Non c’è “voi” ma
Soltanto “noi,” perché il pubblico della
Poesia è costituito solo dai
Poeti e dalle gentili poetesse
Che si ascoltano a vicenda attendendo
Di eiaculare i propri enjambements
Addosso agli altri. No, non è così.
Ho esagerato. Quello che pensavo
E’ altro. Quello che io credo è che
Con la poesia si manifesta Dio,
Si fermano le guerre, si migliora
La qualità dell’esistenza a Baghdad,
Diciamocelo, questa sera, amici,
Parliamone, scambiamoci le e-mail.
giovedì 23 dicembre 2010
Bolano
l'estasi è qualcosa difficile da nominare, difficile da sopportare
--
Vorrò foto con occhi chiusi - in un sorriso - forse una smorfia
sono pronta
selvatica
finalmente
--
Vorrò foto con occhi chiusi - in un sorriso - forse una smorfia
sono pronta
selvatica
finalmente
mercoledì 22 dicembre 2010
Essenze
Sono l’inquietudine che conosci
nei giorni normali e senza umori
ho l’accordo di un respiro regolare,
sono paracarro che ripara dagli urti,
quello che può senza lasciare al caso,
sembianza, costume, rumore - su e giù
sono giorni che non so,
l'aspra malinconia che li precede.
nei giorni normali e senza umori
ho l’accordo di un respiro regolare,
sono paracarro che ripara dagli urti,
quello che può senza lasciare al caso,
sembianza, costume, rumore - su e giù
sono giorni che non so,
l'aspra malinconia che li precede.
martedì 21 dicembre 2010
Consuetudini di ghiaccio necessario
Sbavatura del tempo – intercapedine
è il giorno che passo da sola, la corda che tengo per me.
è il giorno che passo da sola, la corda che tengo per me.
Pollicina
Dimentico ciò che non sono - ciò di cui manco.
La sostanza di cui manco la dimentico nel dolore del non essere...
--
Sono sostanza di me - quella che è - e quella che manca.
Quella - la indago - è nucleo centrale, pulsazione, cuore, pancia - cervello.
--
Filo di Arianna e palline di pane - entro ed esco - qualche volta mi perdo.
Arrivo alla mancanza - con forte spinta - desiderio.
--
Ripartenze - dove ero arrivata.
La dimenticanza come mancanza, la mancanza come desiderio...
La sostanza di cui manco la dimentico nel dolore del non essere...
--
Sono sostanza di me - quella che è - e quella che manca.
Quella - la indago - è nucleo centrale, pulsazione, cuore, pancia - cervello.
--
Filo di Arianna e palline di pane - entro ed esco - qualche volta mi perdo.
Arrivo alla mancanza - con forte spinta - desiderio.
--
Ripartenze - dove ero arrivata.
La dimenticanza come mancanza, la mancanza come desiderio...
lunedì 20 dicembre 2010
Mi pungo il piede e me ne torno indietro
Ho creduto che le mie prime mille parole ce le avesse un mago, che me le avesse rubate.
Per sette lunghi anni sono stata in silenzio, per poi riprendermele.
--
Zia Teresa era una donna dai modi garbati. Signora aggraziata e gentile che con voce gracidante raccontava questa favola.
--
C'era una volta una principessa, altezzosa.
Un giorno, mentre si fa intrecciare i capelli, viene a sapere di un principe in pericolo, segregato ed ammaliato, l'unico modo per liberarlo è rimanere in silenzio, sette anni, senza curarsi di se stessa. Se ne innamora e decide di stare zitta.
Alla fine dei sette anni lo aspetta sulla soglia così com'è: silenziosa - senza altezze.
Appena lui la vede le dice: sciù, per un uomo come ti sei ridotta! E se ne va.
La principessa si dispera e, si dispera. Ma poi vive e parla e rivive - diventa bella come una volta - di più.
Ed il principe viene a sapere di questa bellezza sconosciuta, la vede e decide che deve sposarla.
Così le porta catene d'oro, pietre preziose e diamanti che lei utilizza per le sue galline, per il suo pozzo..
Il principe la prega di andare nel suo castello ed ella accetta, a patto che lui le costruisca un ponte tutto d'oro. Così una bella mattina s'appresta a percorrerlo, ma metà del tragitto trova una spina, si ferma e dice: mi pungo il piede e me ne torno indietro!
Dopo molto insistere il principe si fa nuovamente avanti e lei allora gli chiede di arrivare in una bara sotto la sua finestra, solo così l'avrebbe ricevuto.
Quando lo vede nella bara gli ricorda chi ella fosse: sciù, per una donna come ti sei ridotto!
Ed il principe non crede alle sue orecchie ed ai suoi occhi e le dice di amarla.
Infine dopo molti anni - che nelle favole passano come fossero bruscolini - i due si sposano.
Per sette lunghi anni sono stata in silenzio, per poi riprendermele.
--
Zia Teresa era una donna dai modi garbati. Signora aggraziata e gentile che con voce gracidante raccontava questa favola.
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C'era una volta una principessa, altezzosa.
Un giorno, mentre si fa intrecciare i capelli, viene a sapere di un principe in pericolo, segregato ed ammaliato, l'unico modo per liberarlo è rimanere in silenzio, sette anni, senza curarsi di se stessa. Se ne innamora e decide di stare zitta.
Alla fine dei sette anni lo aspetta sulla soglia così com'è: silenziosa - senza altezze.
Appena lui la vede le dice: sciù, per un uomo come ti sei ridotta! E se ne va.
La principessa si dispera e, si dispera. Ma poi vive e parla e rivive - diventa bella come una volta - di più.
Ed il principe viene a sapere di questa bellezza sconosciuta, la vede e decide che deve sposarla.
Così le porta catene d'oro, pietre preziose e diamanti che lei utilizza per le sue galline, per il suo pozzo..
Il principe la prega di andare nel suo castello ed ella accetta, a patto che lui le costruisca un ponte tutto d'oro. Così una bella mattina s'appresta a percorrerlo, ma metà del tragitto trova una spina, si ferma e dice: mi pungo il piede e me ne torno indietro!
Dopo molto insistere il principe si fa nuovamente avanti e lei allora gli chiede di arrivare in una bara sotto la sua finestra, solo così l'avrebbe ricevuto.
Quando lo vede nella bara gli ricorda chi ella fosse: sciù, per una donna come ti sei ridotto!
Ed il principe non crede alle sue orecchie ed ai suoi occhi e le dice di amarla.
Infine dopo molti anni - che nelle favole passano come fossero bruscolini - i due si sposano.
domenica 19 dicembre 2010
Scatto dell’ora e qui
Squarcio, sospiro, volpe argentina.
Colma, inciampo; mi rialzo.
Sonoro parlarsi e, rotolano sassi.
Surreale battere d'ali che sono stata.
Punto.
Colma, inciampo; mi rialzo.
Sonoro parlarsi e, rotolano sassi.
Surreale battere d'ali che sono stata.
Punto.
venerdì 17 dicembre 2010
La natura ama nascondersi
Quando arriverai da me
vieni in pace e vieni nudo
porta solo due cose vere - il gesto e la parola.
--
tienimi stretta - la sola richiesta fatta a chi amavo.
C'è chi non mi ha neanche sfiorata e chi mi ha lasciata andare.
Ma come dargli torto - come si fa a tenere un'onda che chiede di essere stretta?
--
decisamente, mi hai presa la mano.
Le braccia - danzanti - a toccarsi.
Eros - non poteva non essere..
ma mi sono dimenticata - mi hai spento gli occhi ed ero là - dove sono attesa da sempre.
vieni in pace e vieni nudo
porta solo due cose vere - il gesto e la parola.
--
tienimi stretta - la sola richiesta fatta a chi amavo.
C'è chi non mi ha neanche sfiorata e chi mi ha lasciata andare.
Ma come dargli torto - come si fa a tenere un'onda che chiede di essere stretta?
--
decisamente, mi hai presa la mano.
Le braccia - danzanti - a toccarsi.
Eros - non poteva non essere..
ma mi sono dimenticata - mi hai spento gli occhi ed ero là - dove sono attesa da sempre.
giovedì 16 dicembre 2010
Mappe
Rileggo il disegno
i desideri seguono la traccia del cuore - mai roba a caso.
--
Traccio mappe sul mare.
Mare aperto addirittura.
Ma è un fatto, lo so fare.
Mi scoccia, anche, vedere lo stupore di chi non crede alle sei cose impossibili che tutte le mattine mi propongo di fare.
Bisognerebbe venirmi dietro e.. non farlo - perchè fa paura - so vedere le anime, la loro splendenza e dove questa condurrà.
Ma non so metterle al riparo - non proteggerle.
Mica è compito mio?
i desideri seguono la traccia del cuore - mai roba a caso.
--
Traccio mappe sul mare.
Mare aperto addirittura.
Ma è un fatto, lo so fare.
Mi scoccia, anche, vedere lo stupore di chi non crede alle sei cose impossibili che tutte le mattine mi propongo di fare.
Bisognerebbe venirmi dietro e.. non farlo - perchè fa paura - so vedere le anime, la loro splendenza e dove questa condurrà.
Ma non so metterle al riparo - non proteggerle.
Mica è compito mio?
domenica 12 dicembre 2010
Stratega
Il trucco da adottare con un corpo sotto assedio
è far muovere le cose,
farsi giocoliere
nell'istante
in cui tutte le sfere sono in aria,
una vorticosa polka di asteroidi e lune,
conoscere la metrica delle viscere,
calibrando spintoni borborigmi
e brontolii del commercio
nei luoghi dove il sangue
incontra il sentimento.
Paura.
Gelo nelle giunture,
reumatismo primordiale.
Invidia.
Il midollo che gela
in igloo senza finestre.
Rimpianto.
Il tempo si ferma in gola.
Un ricordo che punge come una lisca
del mare.
Collera.
Vecchia amica.
Che dichiari al mondo
che io esisto.
Il trucco è costringerti all'angolo
nominandoti.
Annaffiare le piante.
Fare una passeggiata.
Abitare il verbo.
Arhundhati Subramian
--
Ho parole che mi serro furiosamente in gola, parole da cuore stretto, da strada sterrata. Quelle della selvatica, dell'ingenua, della miracolosa..
Ma abito da qualche tempo laddove il sangue incontra il sentimento. Potrebbe sembrare un posto scomodo e talvolta è così difficile, che sono sperdutamente umana.
Ma è il posto più libero che conosco, quello dove mi sento: sono liquida, sono persa e salva.
Dal lato vivo delle cose.
è far muovere le cose,
farsi giocoliere
nell'istante
in cui tutte le sfere sono in aria,
una vorticosa polka di asteroidi e lune,
conoscere la metrica delle viscere,
calibrando spintoni borborigmi
e brontolii del commercio
nei luoghi dove il sangue
incontra il sentimento.
Paura.
Gelo nelle giunture,
reumatismo primordiale.
Invidia.
Il midollo che gela
in igloo senza finestre.
Rimpianto.
Il tempo si ferma in gola.
Un ricordo che punge come una lisca
del mare.
Collera.
Vecchia amica.
Che dichiari al mondo
che io esisto.
Il trucco è costringerti all'angolo
nominandoti.
Annaffiare le piante.
Fare una passeggiata.
Abitare il verbo.
Arhundhati Subramian
--
Ho parole che mi serro furiosamente in gola, parole da cuore stretto, da strada sterrata. Quelle della selvatica, dell'ingenua, della miracolosa..
Ma abito da qualche tempo laddove il sangue incontra il sentimento. Potrebbe sembrare un posto scomodo e talvolta è così difficile, che sono sperdutamente umana.
Ma è il posto più libero che conosco, quello dove mi sento: sono liquida, sono persa e salva.
Dal lato vivo delle cose.
giovedì 9 dicembre 2010
Merry go round
Poesia - richiesta - che avevo persa e che tanto mi era piaciuta.
--
Respiro
forestiero,
antenato,
amico
che non ti lascia altro che questo
un marchio d’aria
sulla pelle,
ti ricorda che niente
vi è di rispettabile
in un corredo di famiglia
quando le porte dell’armadio sono chiuse
ti ricorda
che questa
terra selvatica e nuda
di desiderio
è semplicemente –
o non tanto semplicemente –
corpo.
Arundhathi Subramaniam
--
Respiro
forestiero,
antenato,
amico
che non ti lascia altro che questo
un marchio d’aria
sulla pelle,
ti ricorda che niente
vi è di rispettabile
in un corredo di famiglia
quando le porte dell’armadio sono chiuse
ti ricorda
che questa
terra selvatica e nuda
di desiderio
è semplicemente –
o non tanto semplicemente –
corpo.
Arundhathi Subramaniam
martedì 7 dicembre 2010
Dammi una casa
che non sia mia,
dove possa entrare e uscire dalle stanze
senza lasciar traccia,
senza mai preoccuparmi dell'idraulico,
del colore delle tende,
della cacofonia dei libri vicino al letto.
Una casa leggera da indossare,
in cui le stanze non siano intasate
delle conversazioni di ieri,
dove l'ego non si gonfia
a riempire gli interstizi.
Una casa come questo corpo,
così aliena quando provo a farne parte,
così ospitale
quando decido che sono solo in visita.
Arundhathi Subramaniam
--
se ti lascio entrare nella mia casa
la abito anche per te
che sei l'anelito di ciò che ho innalzato
canto - preghiera - corpo - vita.
dove possa entrare e uscire dalle stanze
senza lasciar traccia,
senza mai preoccuparmi dell'idraulico,
del colore delle tende,
della cacofonia dei libri vicino al letto.
Una casa leggera da indossare,
in cui le stanze non siano intasate
delle conversazioni di ieri,
dove l'ego non si gonfia
a riempire gli interstizi.
Una casa come questo corpo,
così aliena quando provo a farne parte,
così ospitale
quando decido che sono solo in visita.
Arundhathi Subramaniam
--
se ti lascio entrare nella mia casa
la abito anche per te
che sei l'anelito di ciò che ho innalzato
canto - preghiera - corpo - vita.
sabato 4 dicembre 2010
Una donna sospesa sul letto
Parole - le ascolti - alcune sono così antiche che ti mettono addosso una forma - è bella e struggente.
Cosa fare se non è la tua?
--
Lavorare stanca - Cesare Pavese
Cosa fare se non è la tua?
--
Lavorare stanca - Cesare Pavese
giovedì 2 dicembre 2010
Sentimento
- sai mamma lo sento - quando cammino - si sente bene sotto i piedi.
- cosa??!??
- il mondo - come una palla che si muove - gira e gira.
- cosa??!??
- il mondo - come una palla che si muove - gira e gira.
mercoledì 1 dicembre 2010
Non ce la posso fare
- è ora, andiamo a letto!
- no, no sto ancora suonando
- bene fammi sentire, e canti?
- no è solo musica
5 minuti, un quarto d'ora
- è tardi si va a dormire!
- un'ultima pagina, questa si chiama di note senza fine..
- e c'ha una linea interruttibile!?!!?
- no, no sto ancora suonando
- bene fammi sentire, e canti?
- no è solo musica
5 minuti, un quarto d'ora
- è tardi si va a dormire!
- un'ultima pagina, questa si chiama di note senza fine..
- e c'ha una linea interruttibile!?!!?
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