Sulla panca salvagente la signora accarezza due enormi orecchie da cui spuntano occhi tondi tondi, e brillanti. Il cane più brutto del mondo, non gli toglieresti lo sguardo di dosso.
Il porto è spiaggia nera, cinquanta metri dalla riva e c’è già profondo per un traghetto. Mare aperto. Stanotte ne ho riconosciuto il vociare – quello di chi può permetterselo – dalla mia postazione privilegiata – per terra - nel sacco a pelo un metro e quarantacinque di mio figlio – insieme a lui.
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Ora sto seduta. Ho camminato la scogliera veloce, i miei piedi sono bruciati dal sole, massacrati dalle pietre, ma fanno quel passo che c’ho solo io.
Con quello posso andare dove voglio anche se le pietre scottano.
Io, cammino più veloce, nuoto più lontano. E non ho paura, non ho spine di ricci sotto i piedi, come gli altri, mai.
Ho solo sette anni e non so; non ho ancora lo sguardo.
Al massimo voglio arrivare al gozzo, scendere in apnea fino alla stella marina.
“Tuffati e risali, tuffati e risali; questo è il mio mare ed il panino me lo mangio qui nell'acqua, così tocco pure i pesci attorno alle briciole.”
Ancora non è successo niente, guardo il mare e tanto mi basta.. perché questo è il mondo come lo vedi una volta sola nella vita...se sei veramente fortunato.
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