sabato 31 ottobre 2015

Se chiudi gli occhi un istante


- Agata?
- mmmmm?
- Se segui la mia mente...
- ahiaiai! Mi sa che non seguo la mente di nessuno...e sono pure preda dei venti
- Ahi!Pure? E... sei... preoccupata?
- No
- No?
- Sono come un cipresso piantato nel terreno, radici profonde e chioma lunga e...
- E?
- Faccio streching.

mercoledì 28 ottobre 2015

Envie del guardar splendente...



- Agata????
- fffffffff....
- sempre lo stesso?
- mm mmm...
- va bé - dai - può capitare...
- ma lo sa che non sono perfetta? Sono solo - fortunatamente - felice -  ogni volta - felice... di stare al mondo, di mangiare una pizza, di ridere con gioco di bambina, di affezionarmi alle piante, di lavorare, di muovere i piedi, di abbattere mura: felice e contenta - che mi guarda storto a fare? 
- Tu che pensi, che ti guarda storto a fare?
- Mah, io penso che soffre. Soffre, e, non ci può pensare...che  lì, giorni e giorni e caldo e malumori e, e arrivi tu. E ti accarezzano con lo sguardo. E ti prendono la mano, ti stringono come una sorella, che sei sorella - e sai la cura che ci vuole con tutto, con le parole. Non le porti lì e le usi a caso...e allora ne viene il bene, lo sguardo largo, e viene meno il giudizio. E chi si permette? 
- Ecco qua! hai fatto tutto tu!!
- Io????  Io rido rido rido perché mi chiamo Agata e splendo.



La semplice etimologia di questa parola è vertiginosa. Infatti tanto consueto è il sentimento dell'invidia da essere scorto e descritto nell'azione archetipica del guardare male, con sguardo bieco.
da una parola al giorno

domenica 25 ottobre 2015

E poi arriva la mattina...

Qui siamo salvi, i vivi e i morti, per un quasi. Ciascuno sa dell’altro, vivente o di alcune generazioni precedenti, tantissimo, ma non tutto; sa soltanto quasi tutto. Così ogni umano qui trova un’inconsapevole salvezza dall'occhio e dal giudizio altrui in quel“quasi”, che impedisce la perfezione della conoscenza totale, spietata, di esseri portati a realtà di natura.
E De Lea












- Quasi pieno, quasi vuoto, quasi pronto, quasi manchevole, quasi immaginabile, quasi bello, quasi finito, quasi giusto, quasi...
- Agata?
- Un attimo, ho quasi fatto.
- Cosa?
- Ho fatto quasi tutto quello che si doveva. Come fosse un compito. Non mi sottraggo e non sottraggo...quasi madre, quasi bambina, quasi quasi...fino allo sbotto che perde tutto e in un istante illuminato dice parole in urla, parole che sono del tutto e non del quasi. E, il tutto, come posso sostenerlo? Tutto brutto, tutto manchevole,  tutto senz'amore e io sono tutta un dolore tutta una cattiva madre tutto un andare, tutto un dirlo.
- Agata?
- E poi arriva la mattina con la sua quiete.

mercoledì 21 ottobre 2015

Risonanza

"Non cerco quello di cui ho bisogno ma lo faccio esistere..."
Carla Lonzi









"Ognuna di noi ha un complotto particolare. Non molti, ogni volta uno solo. 
Saperlo scorgere è un’arte di guerra. Così il colloquio o alleanza va verso quella che risponde al proprio complotto, che corrisponde a questo e che a questo porta forza. 
Non si può dire genericamente “relazione tra donne”; si può dire relazione con alcune donne che portano forza, che permettono di pensare e di portare a termine il proprio complotto."
A. Putino

lunedì 19 ottobre 2015

E io ci provo, attraverso..











"Se da un oggetto ti aspetti un'immagine postuma, in nessun caso devi fissarlo. Devi attraversarlo".
P. Handke
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- ed io ci provo...attraverso.
- Agata, tu?
- Si, io. Perché?
- Non ti credo.
- A stare nella sabbia - come sola io so - si impara un sacco - ad esempio che il limite è una possibilità. Ma poi non so davvero. So solo che cerco la superficie liscia della tua pelle, la cerco nel ricordo più vicino che ho...e negli occhi punge qualcosa che non chiamo lacrima perché ho pudore per le lacrime.

domenica 18 ottobre 2015

Sarà...

l'istinto di sopravvivenza! :-)
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Le donne ci amano per i nostri difetti. 
Se ne abbiamo abbastanza, ci perdonano tutto, 
anche la nostra intelligenza.
Oscar Wilde

lunedì 12 ottobre 2015

Encantada...

da questa poetessa in erba.

A rotelle tu sbatti contro il muro
Per la poetessa più preferita
Le rose sono rose
le rose sono blu
ma la cugina preferita sei tu!
Sei carina sei O.K.
sei la cugina che vorrei!!
Non voglio l’oro
non voglio l’argento
voglo un’amica al 100%
Come la barca lascia la scia
ti lacio la mia firma
Omerovic Fatima
Sei carina sei vivace
sei l’amica che mi piace!!!
Tu scendi dalle stelle con i patini
a rotelle tu sbatti contro il muro!
e ti fai male al culo!

domenica 11 ottobre 2015

Non...

riconoscendosi nella cultura maschile, la donna le toglie l'illusione dell'universalità'
Carla Lonzi

Ma cosa si intende quando si parla di genere? Perché questa parola fa così paura, tanto che ormai in molti suggeriscono che sia meglio non usarla? Gli studi di genere dicono semplicemente che buona parte delle differenze che caratterizzano l’esperienza di donne e uomini non è inscritta nei nostri geni, ma è prodotta dalla società. È forse scritto nel DNA delle donne che debbano subire passivamente violenza da parte degli uomini? È un destino biologico che debbano svolgere lavori meno prestigiosi degli uomini o essere pagate di meno, o che non possano affermarsi nei percorsi scientifici o nel mondo della politica? È naturale che le donne debbano indossare il burqua o viceversa esibire il proprio corpo sulle copertine dei giornali o sul web? O d’altra parte, è legge naturale che gli uomini non possano prendere il congedo per occuparsi dei figli, non siano in grado di occuparsi delle attività domestiche o della cucina (quando non è quella di Master Chef)? È forse parte del loro corredo biologico non trattenersi dal fare commenti volgari nei confronti delle donne che camminano per strada o dal praticare molestie nei confronti delle colleghe? Gli studi di genere ci parlando di questo. E la forza di questo discorso è dirompente. Perché nel momento in cui affermiamo che queste differenze (e le disuguaglianze che ne conseguono) non sono naturali, diciamo anche che è possibile cambiarle. Che è possibile pensare ad una società diversa, dove gli uomini e le donne non siano riconosciuti e valutati in base al loro corpo, ma piuttosto alle loro singole (e diverse) individualità. La campagna contro la “teoria del gender” è una battaglia contro la possibilità che il mondo cambi e diventi meno squilibrato, perché il superamento delle asimmetrie preoccupa chi di esse si nutre.

Barbara Poggio è prorettrice dell’Università di Trento con delega alle politiche di equità e diversità ed è responsabile del Contro studi di genere

giovedì 8 ottobre 2015

No doubts!

come una stagione di cattivo tempo la violenza sulle donne abita tra noi

Interdetti

A noi ragazzini piacevano le parole,
specie la parola “coscia”,
infilavamo la parola “mano” nel suo plurale,
ignoravamo la parola “angoscia”.
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In segreto un segreto di sé si svuotava
E diveniva la voce dell’estate nel paese,
La croce di qualche mese, la virtù schiava,
liberata dalla più mascherata delle offese.
E. De Lea





mercoledì 7 ottobre 2015

Comme des Garçons

In Italia...aumenta la violenza tra le mura domestiche: i maltrattamenti in famiglia sono passati da 751 nel 2004 a 1.479 nel 2014 (+ 96,9%); gli omicidi volontari da 27 a 34 (+25,9%); i casi di abuso dei mezzi di correzione da 129 a 289 (+124%). Ma se la brutalità casalinga sembra colpire allo stesso modo maschi e femmine, è soprattutto sul corpo delle bambine che si consumano i reati sessuali: su 962 stupri denunciati l’anno scorso l’85% hanno colpito bimbe e ragazze. E sono state loro, nell’80% dei casi, il bersaglio prediletto della pornografia minorile, un reato in cui le vittime in dieci anni sono cresciute del 569,4% (+24% nel 2014). Non si tratta di eccezioni: in questo tipo di delitti - compresi gli atti sessuali con minorenni (+ 20,3%) e la corruzione di minorenni (+ 41,6%) - la percentuale delleunder 18 colpite non scende mai sotto il 78%.
Repubblica del 07/10/2015