martedì 31 maggio 2011

Parole, lascio che scorrano

domande consuete
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Oggi mi sono svegliata senza sogni ma con le parole "Non andare, vai. Non restare, stai.." una canzone di Guccini, che non ascoltavo, penso, da dieci anni.
I sogni accompagnano in modo variegato, vivo, animoso la mia vita. Eppure è qualche tempo che non sogno.
Mi mancano perchè servono a guardare. Faccio sogni lucidi in tecnicolor, sogni seppia, un pò sfocati, sogni in bianco e nero, taglienti.
Spesso hanno colonna sonora: parole che ricordo.
L'ultimo, di qualche tempo fa, si portava dietro un beau wind - l'alito del cuore - sentito mentre il dolore mi trascinava via:
-che te ne vuoi fare della tristezza?
-chi è?
E' raro che io mi chieda: chi è? Bisogna venirmi molto vicino, toccarmi, passarmi accanto con un profumo, che ho fiuto per il cuore, la bellezza ed il dolore.

 

domenica 29 maggio 2011

Fillus de anima

(...) lei giocava da sola per terra a fare una torta di fango impastata di formiche vive, con la cura di una piccola donna. Muovevano le zampe rossastre nell'impasto, morendo lente sotto i decori di fiori di campo e lo zucchero di sabbia. Nel sole violento di luglio il dolce le cresceva in mano, bello come lo sono a volte le cose cattive.
Accabadora - Michela Murgia
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E poi ce ne sono, di cose cattive, che non possiedono alcuna levità, nè bellezza.
Le ho fatte entrare dalla porta principale, accomodare.
Se vanno con la giustezza dei gesti, con il tempo e la pietà.
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come se sapessi già che cosa c'è
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A Michela Murgia, io le voglio bene come ad una sorella. La sua scrittura ed i suoi temi ce li ho stampati nel mio dna!

venerdì 27 maggio 2011

Nomi di fiori

- Come sai di come sono io, eh, cosa sai?
(...) Le venne vicino. Viola era d'oro e miele.
- Dì...
- Dì...
(...) E lei conobbe lui e se stessa, perchè pur essendosi saputa sempre, mai s'era potuta riconoscere così.
Il Barone rampante - Italo Calvino

mercoledì 25 maggio 2011

Come si fa

con la leggerezza?
io vorrei spalle leggere
due spalle con ali
Andarmene
bianca
per il mondo.
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te ador
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Te ador, tu amor,
Deixasse corpo da gente marcado,
Oh, porque se mina gente tatuado.

Te ador, tu amor,
Deixasse corpo da gente marcado,
Oh, porque se mina gente tatuado.

La la la, la la la la la, la la la la la la la la
La la la la la la la, la la la la la la la la.
La la la, la la la, lalalalalalala,
La la la la la la, la la la la.

Te ador, tu amor,
Deixasse corpo da gente marcado,
Oh, porque se mina gente tatuado,
Porque se mina gente tatuado

Guagliò m'arraccumann'...

- le pizzette non ci sono, vuoi un dolcino? C'è il babà che ti piace..
- mamma voglio quella con la ciliegina sopra
- senti a mamma prendiamo il babà!
della zeppola si mangia la ciliegina e lascia tutto il resto - il pasticciere guarda il criaturo e fa
- guagliò m'arraccumann'...siente a zio mimm', quann' sceglie a fidanzata chiamma a mammeta..
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oh mamma

martedì 24 maggio 2011

Brand new

things have changed
ci sono momenti che siamo tutti nuovi.. o sono le cose che sono cambiate? o solo le pulizie di primavera, o i molti miracoli che possono accadere, o la lucertola che abita con me nello studio...e, bob dylan ha settanta anni.
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Guille, guardandounmappamondo
- MAFADDA, quando un paese si guasta dove lo mettono?
Mafalda - by Quino

lunedì 23 maggio 2011

A titolo di cronaca...

potrei dire che è un pò che sto sul pezzo, ma la cosa mi tocca troppo per scherzarci sopra.
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La tiene per il collo e per un braccio - l'abito bianco resiste - un velo a coprire una gamba.
Pare un servizio fotografico di moda - lei è bella, bellissima - tenuta da sopra e da sotto.
Per lei abito bianco di gusto moderno.
Per lui giacca blu risvolti a righe.
la sposa suicida
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Sconfortante  il quadro sulla condizione femminile. Peggiora la qualità del lavoro e la disparità salariale rispetto ai colleghi uomini è del 20%. Ben 800.000 donne, con l'arrivo di un figlio, sono state costrette a lasciare il lavoro, perchè licenziate o messe nelle condizioni di doversi dimettere. L'occupazione qualificata, tecnica e operaia, è scesa, mentre è aumentata soprattutto quella non qualificata. Si tratta soprattutto di «italiane impiegate nei servizi di pulizia a imprese ed enti e di collaboratrici domestiche e assistenti familiari straniere». Ma ciò che su tutto emerge è il ruolo di «ammortizzatore sociale» svolto dalle donne, un carico di cura e assistenza degli altri che si è fatto «insostenibile»
Paola Pica - 23 maggio 2011- Il Corriere

giovedì 19 maggio 2011

che bella la mia tattaruga

- che linda mi todtuga
- todtuga, no, Guille: tortuga!
- todtuga?
- no, no tortugaaa
- todtuga
- no, no, proba otra vez: torrrtuga
- y si mejor la pateo?
Mafalda - by Quino
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Siamo circondati da gente pedante..
a fare?

martedì 17 maggio 2011

...e le mani ricrescono

ora che sto ridendo,
so che le lacrime - il cerchio miracoloso delle lacrime - sol per pietà - hanno bagnato l'anima!
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Lascia che io pianga

Lascia ch'io pianga
mia cruda sorte,
E che sospiri la libertà

Il duolo infranga
queste ritorte
de miei martiri
sol per pietà

domenica 15 maggio 2011

Remoto controllo

Grigio, plastico e liscio.
Se non fosse pesante, è pesante, potrebbe veleggiare, che ha la forma elegante della carena.
Ad occhi spenti - ne tasto le protuberanze - tutte rotonde. Bello!
Ad occhi aperti - ne leggo i comandi - eye, 1,2,3,4, text, update, sleep, picture, sound, power.
Distante - chiuso.
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Il viaggio non è come guardiamo le cose?
Viva - cammino i molti passi..
le parole che trovo
trasportandole qui, all'oggi  
riposando e fotografando
risuonano l'energia -  materia di cui sono fatta.
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Vollmond
Non sono interessata a come le persone si muovono ma a ciò che le muove.
Pina Bausch

mercoledì 11 maggio 2011

Quando uno si sente nomado

Lo trovo appena fuori casa avvolto nelle coperte, guarda il cielo..
-  mamma sto facendo il "nomado"
-  mi accendi le luci di natale, quelle che lampeggiano?
Questo qui c'ha l'America dentro!
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A me piacciono troppe cose e mi ritrovo sempre impegolato a correre da una stella cadente all'altra finché non precipito. Questa è la notte e quel che ti combina. Non avevo niente da offrire a nessuno eccetto la mia stessa confusione.
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Cos'è quella sensazione che si prova quando ci si allontana in macchina dalle persone e le si vede recedere nella pianura fino a diventare macchioline e disperdersi? È il mondo troppo grande che ci sovrasta, ed è l'Addio. Ma noi puntiamo avanti verso una nuova, folle avventura sotto i cieli.
 
J. Kerouack - on the road

martedì 10 maggio 2011

Mamma lo hanno detto. Veramente!

- Oggi è caduta la signora che porta i pasti
- uuuuhhh e dove?
- nella mensa - a faccia avanti
- chess'è fatta?
- male,  è venuta pure l'ambulanza, forse qualche amico del papà di Sara...
il papà di Sara porta l'ambulanza
- perchè tu non ci parli mai col papà di Sara?
- se avrò necessità ci parlerò
- si, ma almeno buongiorno
- e glielo dico buongiorno
- maaa.....
- la signora che s'è fatta?
- male, hanno detto pure che lo dicevano alla germini
- ah! Allora si!
- Ah, e dicevano alla germini anche il fatto di Matteo..
- cioè??
- se potevano aumentare i voti per lui che è troooppo bravo
- la germini deve essere una specialista...in merito!

domenica 8 maggio 2011

Un bacio. Ed è lungi. Dispare

E non son triste. Ma sono
stupito se guardo il giardino…
stupito di che? non mi sono
sentito mai tanto bambino…

Stupito di che? Delle cose.
I fiori mi paiono strani:
Ci sono pur sempre le rose,
ci sono pur sempre i gerani…
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Gozzano... a parlare delle ziette mi ritornano in mente le poesie, le belle poesie, le canzoni e tutto il ritmo di cui - pecorella - mi sono pasciuta.
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si mette vicino a me e non mi molla
- scrivi mamma, per favore, sul computer, le cose intense del mondo...
- scrivo, ok
andare a comprare un gelato con il mio bambino
andare al luna park
alla pista ciclabile
a casa di un amico
poi dire ciao ed andarsene a casa e arriva mio padre sempre stanco. punto.
mangiamo e dormiamo.
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ogni cosa è sacra. Stupita di che?

sabato 7 maggio 2011

Segnare avanti...

disegno il cerchio attorno
la dimenticanza
chiedo pietà
cuore
sospensione
gridi qualcun altro ora
tocca a lui
che quando gli oggetti
ridiventano cose
si può respirare
di nuovo.

giovedì 5 maggio 2011

Il mio mondo è degno di ritorno

Busso alla porta della pietra,

- Sono io, fammi entrare.
Voglio venirti dentro,
dare un'occhiata,
respirarti come l'aria.

- Vattene - dice la pietra.
- Sono ermeticamente chiusa.
Anche fatte a pezzi
saremo chiuse ermeticamente.
Anche ridotte in polvere
non faremo entrare nessuno.

Busso alla porta della pietra.
- Sono io, fammi entrare.
Vengo per pura curiosità.
La vita è la sua unica occasione.
Vorrei girare per il tuo palazzo,
e visitare poi anche la foglia e la goccia d'acqua.
Ho poco tempo per farlo.
La mia mortalità dovrebbe commuoverti.

- Sono di pietra - dice la pietra
- E devo restare seria per forza.
Vattene via.
Non ho i muscoli per ridere.

Busso alla porta della pietra.
- Sono io, fammi entrare.
Dicono che in te ci sono grandi sale vuote,
mai viste, belle invano,
sorde, senza l'eco di alcun passo.
Ammetti che tu stessa ne sai poco.

- Sale grandi e vuote - dice la pietra
- Ma in esse non c'è spazio.
Belle, può darsi, ma al di là del gusto
dei tuoi poveri sensi.
Puoi conoscermi, però mai fino in fondo.
Con tutta la superficie mi rivolgo a te,
ma tutto il mio interno è girato altrove.

Busso alla porta della pietra
- Sono io, fammi entrare.
Non cerco in te un rifugio per l'eternità.
Non sono infelice.
Non sono senza casa.
Il mio mondo è degno di ritorno.
Entrerò e uscirò a mani vuote.
E come prova d'esserci davvero stata
porterò solo parole,
a cui nessuno presterà fede.

- Non entrerai - dice la pietra.-
Ti manca il senso del partecipare.
Nessun senso ti sostituirà quello del partecipare.
Anche una vista affilata fino all'onniveggenza
a nulla ti servirà senza il senso del partecipare.
Non entrerai, non hai che un senso di quel senso,
appena un germe, solo una parvenza.

Busso alla porta della pietra.
- Sono io, fammi entrare.
Non posso attendere duemila secoli
per entrare sotto il tuo tetto.

- Se non mi credi - dice la pietra-
rivolgiti alla foglia, dirà la stessa cosa.
Chiedi a una goccia d'acqua, dirà come la foglia.
Chiedi infine a un capello della tua testa.
Scoppio dal ridere, d'una immensa risata
che non so far scoppiare.

Busso alla porta della pietra.
- Sono io, fammi entrare.

- Non ho porta - dice la pietra

Conversazione con una pietra Wislawa Szymborska (da “Sale” 1962)

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chi mi salverà?
cerco, chiamo per nome
la foglia rossa dal profilo irregolare
l'odore passito di un iris
il legno in frammento
il frutto disastroso del fulmine, la pioggia
la forma del cuore tessuta dalle mani
la parola antica - "ah figlia mia stai attenta la fortuna oggi dà, domani toglie"
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assoluti e perfezioni non hanno porta - io si

mercoledì 4 maggio 2011

Una da buttare

Il giorno primo maggio duemila undici - presenti cose che raccontano se stesse - cestino l'altisonante biglietto da visita - il nome non corrispondeva.

lunedì 2 maggio 2011

Una cosa che viene da lontano - petit onze

biglietto
mi scade
ho un tempo
che devo proprio partire
ora

ora
mi ricordo
chi sono tutti
i giorni imparo a
memoria

memoria
mancanza e
desiderio lunga scia
di stella luminosa che
sono

sono
stata a
lungo sull'uscio
ma sono uscita dal
guscio

guscio
antenne e
carapace ovunque è
casa se sono capace
olè

domenica 1 maggio 2011

Oltre l'alveare

Per fare un prato ci vuole un trifoglio e un ape,
un trifoglio e un ape. e sogni ad occhi aperti.
E se saranno poche le api basteranno i sogni.
E Dickinson 1755
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Il disegno è quello di un'ape che vola da un fiore all'altro, fiori diversi.
L'ho preso a volo, l'altra mattina, prima di partire.
Il compito era: portatevi una cosa regalata, una che viene da lontano, una da buttare; ed io l'avevo lasciato apposta come ultima incombenza: senza pensarci più di tanto!
Quando l'ho tirato fuori, lì davanti a tutti, mi sono tornate alla memoria le parole di Alda: "sono una piccola ape furibonda"!
Tutto torna: questo segnalibro è un punto!
- senti ti voglio dare questo
- si si, dalle quello!
Me l'hanno regalato mentre uscivo dalla stanza, capelli bianchi - morbide e ispide come si conviene a chi sa raccontare le cose che contano, sorridevano e raccontavano progetti..
che ora noi le chiamiamo progetti, ma sono passeggiate nei campi, pecore, cavalli, galline, versi, rumori e odori e puzze, anche!
Me lo sono portato appresso per ricordarmi di cosa mi devo ricordare, ovemai mi dovessi distrarre.