venerdì 31 marzo 2017

L'inevitabile, qualsiasi cosa sia



















- Agataaaaaaa????? Sono tornato! Ma tornando a casa, le cose non mi appaiono le stesse.
Qualcosa fa male, qualche altra fa rumore, qualcosa è così diversa da essere sconosciuta, qualcosa salta, qualcosa no.
- Hei, ma è un bicchiere si vede a cento miglia: trasparente, di vetro
- l'ho rotto, metto i cocci sotto il mobile e continuo.
- Ok, o non era casa o non sei tornato.
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L'inevitabile, qualsiasi cosa sia, ha una musica e risuona, s'affaccia felice alla porta di casa, oppure no. si adombra per cercare consolazione in pezzi di vita, desideri e relazioni. Fa le scale di casa pianamente mentre il cuore trabocca di infelicità assassine. Sono le nostre o di chi ci ha preceduti?
Cosa importa? Sono le nostre ora e s'affacciano agli occhi ogni mattina con peso e mancanza. S'aggrappano agli dei di altri, quelli che ci appaiono stare nelle nostre stesse domande. Diverrò insieme?
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Mentre torno a casa vedrò solo pezzi, i pezzi, i brandelli dell'uno.
Aprirò contenta la porta, all'ultimo piano.


mercoledì 29 marzo 2017

Scrivi















Se ho scritto è per pensiero
perché ero in pensiero per la vita
per gli esseri felici
stretti nell'ombra della sera
per la sera che di colpo crollava sulle nuche.
Scrivevo per la pietà del buio
per ogni creatura che indietreggia
con la schiena premuta a una ringhiera
per l’attesa marina – senza grido – infinita.
Scrivi, dico a me stessa
e scrivo io per avanzare più sola nell’enigma
perché gli occhi mi allarmano
e mio è il silenzio dei passi, mia la luce deserta
– da brughiera –
sulla terra del viale.
Scrivi perché nulla è difeso e la parola bosco
trema più fragile del bosco, senza rami né uccelli
perché solo il coraggio può scavare
in alto la pazienza
fino a togliere peso
al peso nero del prato.
A Anedda

lunedì 27 marzo 2017

Affacciata














- Agataaaaaa
- mmmmm
- hai registrato?
- Ho registrato, è già successo tutto. Non ho solo registrato però, sono uscita dal buco e andata sotto al Vesuvio dove non andavo da anni, anche se c'ero stata altre volte. E qualche giorno dopo invece sono stata a via del Marzano, dove mi affacciavo da piccola in sguardi che ricordo essere stati tra i più misurati e caldi che abbia mai conosciuto. Affacciarsi, sporgersi, farsi venire in mente, presentarsi.
- Agata sempre complessità, ma si può?
- Ieri poi lo sguardo sulla valle - dal santuario della Madonna del Taburno - lì ho fatto una foto -  nel riflesso dello specchio che protegge l'affresco ci sono io, vestita dalle pieghe della veste della Madonna. La sua mano, all'altezza della mia testa sembra venire per una carezza, un gesto. Sembra la continuazione della mia.
- Agata, mi fai paura.
- No è tutta roba buona, solo che può sembrare vicina, ma non lo è.